Quel 17 gennaio 1944 in cui la Madonna annunciò a Natuzza le opere che sarebbero sorte a Paravati
Domani ricorre una delle date più importanti nel cammino di Natuzza Evolo, la mistica con le stimmate, morta in odore di santità, all’età di 85 anni, il primo novembre del 2009. Risale, infatti, al pomeriggio del 17 gennaio 1944 il momento in cui la Madonna annunciò alla futura Serva di Dio le grandi opere che negli anni a venire sarebbero nate a Paravati. L’apparizione avvenne in una piccola e modesta abitazione di via Umberto dell’attuale centro storico del paese dove l’allora giovane donna - già al centro da anni di una serie di fenomeni straordinari, come la visione dei defunti, che oltre all’interesse della gente avevano prodotto come conseguenza anche il suo ricovero in manicomio a Reggio Calabria - era andata a vivere dopo il matrimonio con Pasquale Nicolace, un giovane e onesto falegname del luogo. L’apparizione avvenne - come la stessa mistica riferì poi in futuro ai suoi padri spirituali don Pasquale Barone e padre Michele Cordiano, nonché alle persone a lei più vicine - alle tre del pomeriggio. La Vergine Maria che si presentò a Fortunata Evolo con il titolo di “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” assicurò a Natuzza che in futuro si sarebbe realizzata la Villa della Gioia che avrebbe avuto al suo interno la grande e bella chiesa dedicata al Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime – aperta poi al culto, a distanza di 78 anni da quella visione, il sette agosto scorso dal vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro - il “Viale della salvezza” che conduce proprio al santuario mariano, il “Viale della misericordia” e una struttura di riabilitazione chiamata “Centro recupero della speranza” con annesso il “Villaggio del Conforto”, composto da 19 casette per le persone gravemente ammalate. Nel racconto fatto dalla stessa Serva di Dio, la Madonna apparve in una stanza inondata di azzurro con accanto Gesù e san Giovanni Battista invitandola a non dire niente a nessuno del progetto umanitario e che sarebbe stata lei a dirle quando sarebbe stato il momento giusto di fare l’annuncio. Riferirà, poi, in seguito mamma Natuzza: “Allora, ogni volta che io vedevo la Madonna le chiedevo quando ci sarebbe stata questa nuova casa e la Vergine mi rispondeva: "Ancora non è giunta l’ora per parlare". Il momento tanto atteso giunse alla fine del 1986. Da qui la nascita della fondazione che vide la luce come associazione - poi successivamente trasformata in ente morale- il 13 maggio 1987, alla presenza dei primi cinquanta soci fondatori. Ma non è tutto. La notte di quel lontano 17 gennaio del 1944 la gente di via Umberto e dei quartieri “Marina”, “Lupa” e “A Calata a cruci”, oggi autentici luoghi della memoria del pase, riferì di avere sentito nitidamente ”un coro di angeli” provenire dalla casa dei due sposi. Un canto che si sarebbe poi ripetuto negli anni a venire, alla presenza di più testimoni, durante le trance in cui la mistica riceveva i messaggi da parte della anime dei morti.