«Il confronto con il governo è quotidiano, sento il ministro Abodi tutti i giorni». Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, all’Università Magna Graecia di Catanzaro, dove riceverà la laurea «honoris causa» in Scienze e Tecniche dello Sport e delle Attività Motorie. «Il 22 novembre - ha poi spiegato Malagò - abbiamo una Giunta e un Consiglio informale e verrà il ministro Abodi».
Malagò: "Sono onorato, una cosa bellissima"
«Sono onorato nel vero senso della parola, una cosa bellissima, inaspettata. La materia credo di conoscerla, soprattutto per qualche anno di militanza da volontario, partendo dal mondo dell’associazione, dei grandi eventi, poi la parte istituzionale. Grazie all’Università Magna Graecia di Catanzaro, al professor Masala, al Rettore. Spero di essere all’altezza di questo riconoscimento anche per il percorso post laurea». Il presidente del Coni nella sua lectio magistralis - che ha fatto seguito all’introduzione a ai saluti del rettore dell’Ateneo Giovambattista De Sarro, la presentazione di Antonio Ammendolia, ordinario di medicina fisica e riabilitativa e alla laudatio del docente ed olimpionico Daniele Masala - ha tracciato un excursus storico delle attività del Coni rivendicando l’autonomia del settore e sottolineando l'importanza della struttura associativa. Malagò ha parlato anche dell’impiantistica. «Stamattina arrivando qui - ha aggiunto - ho visto un pò di dati, e una riflessione della Corte dei Conti sul Pnrr. Se andate a vedere, a cominciare dall’infrastrutturazione scolastica, il 50% è destinato sacrosantamente al Sud e qui bisogna però vedere la messa a terra dei progetti, capire se qualcosa non si riesce a fare visto che nel frattempo i costi della manodopera e quindi i prezziari sono saltati. Ce n'è un bisogno spaventoso, perché uno dei motivi per cui poi i ragazzi e le ragazze non debbano poi emigrare è se gli creiamo le condizioni per fare sport a tutti i livelli».
Sul caso ginnastica: "Massima attenzione su quanto accaduto"
In riferimento alla vicenda delle denunce di maltrattamenti e violenze psicologiche fatte da ex atlete azzurre della ginnastica ritmica, Malagò ha sottolineato «Quando hai 14 milioni di tesserati è sempre difficile, se non sbagliato, dare una risposta assolutista. Però io credo che lo sport italiano sia molto molto ben tutelato e protetto. Ci possono sicuramente essere dei casi che non corrispondono ai criteri di trasparenza di gestione di un atleta, e di un’atleta magari donna e minorenne. Però non credo che nessuno debba ergersi a giudice oggi, anche se è chiaro che i fatti devono essere presi con la massima attenzione». «Credo - ha proseguito Malagò - che la ginnastica ha reagito con tutto quello che poteva mettere in campo. Su altre situazioni di sport, non posso essere io a rispondere. Certo la tematica del peso e quindi tutto quello che è la questione relativa alla filosofia del nutrizionismo e della dietologia o quello che succede primo o dopo, se andate a guardare investe quasi il 50% delle discipline».
Pancalli: "Auspico inversione di tendenza su impiantistica"
A ricevere la laurea honoris causa anche Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico: «La situazione dell’impiantistica italiana, dal punto di vista generale, è sempre la stessa. Il nostro - ha sottolineato - è un Paese che riesce a produrre sia nel mondo olimpico sia in quello paralimpico straordinari risultati, che sono davanti agli occhi di tutti ma a fronte dei quali poi viviamo situazioni che non riusciamo a comprendere». «Quindi - ha proseguito Pancalli - mi auguro che le istituzioni tutte, a livello nazionale e locale, sappiano interpretare nel modo migliore la loro responsabilità politica, partendo da una considerazione nella quale io credo molto: lo sport non è soltanto un contenitore che produce medaglie e soddisfazioni, un tram sul quale salire quando vinciamo, invece lo sport è un pezzo di politiche pubbliche del Paese nelle quali bisogna credere e investire, se pensiamo che tutto ciò che decliniamo spesso nella retorica dei convegni sia vero, lo sport come strumento di inclusione, integrazione, socialità e produzione di cultura. Se tutto questo è vero - ha concluso il presidente del Comitato Italiano Paralimpico - io mi aspetto un’inversione di tendenza, soprattutto per quanto riguarda poi il tema dell’accessibilità degli impianti sportivi per le persone disabili, perchè naturalmente all’interno del tema impiantistica c'è anche il tema dell’accessibilità per coloro che spesso non vedono rispettato un loro diritto allo sport».