Il modello Riace dalla Calabria alla Toscana, l'incontro con Lucano
This browser does not support the video element.
"Una rete contro la vulgata involutiva che si esprime ai massimi livelli del governo" è nata con l'incontro che si è tenuto oggi a Catanzaro nella sede della Giunta regionale Calabrese dove si sono incontrati Mimmo Lucano, don Massimo Biancalani, Enrico Rossi e Mario Oliverio per raccontare le due esperienze di accoglienza più significative e diverse d'Italia e quelle considerate "più osteggiate". Una realtà che partirà dal basso, dalle due regioni e dalle due realtà politiche locali per sostenere i due sistemi di accoglienza che per i due presidenti di Regione sono l'unico modo per fare la differenza in un mondo che dell'immigrazione deve farne una ricchezza. Il massimo esempio è Riace con il suo borgo che in pochi anni da spopolato e destinato alla desertificazione a causa della emigrazione locale, grazie alla politica di accoglienza del sindaco, ormai sospeso, Mimmo Lucano, "U curdu", ha raddoppiato i suoi abitanti ed è stata in grado di garantire occupazione non solo ai residenti, ma anche agli immigrati regolari provenienti da ogni parte del mondo. Un modello che grazie alla rete di cui si è discusso con Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, potrebbe già essere replicata nelle zone interne della Toscana che stanno vivendo lo stesso spopolamento. Un accordo che prevede anche di rilanciare la legge regionale calabrese 18/2009, relativa proprio alla gestione dei richiedenti asilo e i rifugiati, con lo scopo di evitare in qualche modo la centralizzazione della materia nelle mani del governo, che esclude il coinvolgimento delle realtà locali.