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Catanzaro, protesta dei medici del 118: discriminati nel trattamento con i colleghi

I sanitari rischiano pure di dover restituire all'Asp ingenti somme inserite nei mesi scorsi nella loro retribuzione

Una mancata programmazione che rischia di mandare in fumo le aspettative dei medici convenzionati del 118. È quella denunciata dagli esponenti del sindacato Saues, Maria Rita Foresta ed Emilio Leuzzi, che sono stati ricevuti dal capo di gabinetto della Prefettura «per esporre la problematica della delibera Asp che propone un limite massimo di ore da programmare e dedicare allo svolgimento dei compiti aggiuntivi regionali, che l’azienda non ha programmato da oltre un anno». Il nodo è sempre la disparità nell’applicazione del contratto integrativo regionale, che vede i medici del 118 catanzarese e crotonese non percepire gli stessi emolumenti (quelli relativi alle prestazioni aggiuntive) erogati invece ai colleghi delle altre Aziende sanitarie calabresi.
Si tratta peraltro di un argomento al centro di diverse proteste ormai da tempo, l’ultima proprio due settimane fa con un sit-in davanti alla sede dell’Asp e, prima ancora, alla Cittadella regionale, per richiamare l’attenzione del commissario Guido Longo sulla problematica «che rischia – affermano i sindacalisti del Saues – di depotenziare il sistema 118 a causa della fuga dei medici dal servizio».

Mancata concertazione

«La decisione dell’Asp - hanno spiegato alcuni medici - è giunta dopo una interpretazione particolare dell’accordo senza alcuna concertazione. Ogni nostra richiesta è risultata vana, non abbiamo mai avuto risposta. Dopo la sospensione del pagamento dell’indennità da dicembre 2019, da luglio dello scorso anno l’Azienda ha iniziato a trattenere circa 600 euro mensili come rimborso. Alcuni di noi, secondo i calcoli dell’Asp dovrebbero restituire oltre 100 mila euro. E tutto ciò accade solo a Catanzaro, mentre nelle altre Asp calabresi l’indennità viene regolarmente corrisposta, tranne che a Crotone dove, però, non è stato chiesto il rimborso. Il tutto nel momento in cui siamo impegnati nell’emergenza Covid».

Un taglio di oltre mille euro mensili

Tra mancato pagamento e trattenuta sullo stipendio, i medici del 118 hanno subito un taglio di oltre mille euro mensili. Circostanza che ha provocato una fuga di massa. «Attualmente - hanno spiegato - siamo una cinquantina ma fino a due anni fa eravamo più di 80. Per supplire alle carenze l’Asp è ricorsa ad assunzioni a contratto a 50 euro l’ora, col paradosso che i subentranti guadagnano molto più di noi». I medici del 118 nei mesi scorsi, hanno presentato ricorso ai tribunali di Catanzaro e Lamezia Terme e la prima udienza è in programma, a Lamezia, il 9 marzo prossimo. Oggi la protesta davanti alla Prefettura dove una delegazione incontrerà il capo Gabinetto per esporre le proprie ragioni.

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