Vibo, chiude la birreria ed inizia sciopero della fame. "Ristori non arrivano. Preso in giro" - L'INTERVISTA
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Giuseppe Iennarella ha detto basta. La crisi innescata dalla pandemia di coronavirus ha pesantemente colpito anche la sua attività di ristorazione. 57 anni, proprietario di un pub in via Francica nel cuore del centro storico di Vibo Valentia, Iennarella ha deciso di iniziare la sua personale battaglia. I ristori non arrivano e così ha iniziato lo sciopero della fame. "Solo promesse - afferma - mi sono sentito preso in giro. Ho ricevuto mille euro di ristori finora e avrebbero dovuto arrivarne altri. Li attendo da dicembre e senza quelli, credetemi, non sono in grado di portare più avanti l'attività. Servono ora, sono funzionali in questo momento, non tra sei mesi. La cosa che mi più ferisce è che mi sento preso in giro. Ho avuto un'interlocuzione con il direttore regionale dell'Agenzia dell'Entrate, mi aveva rassicurato anche negli ultimi giorni, ma ancora non è arrivato nulla. Il locale è grande - prosegue Iennarella - ci sono costi da mantenere e non riesco più ad andare avanti. Ho dei dipendenti che sono in cassa integrazione, ma anche quella non arriva regolarmente. Lavorare solo con l'asporto, come abbiamo fatto in questi mesi, per la tipologia del mio locale è molto difficile: è un locale pensato per lavorare dalle 18 in poi fino a tarda notte. Posso fare qualche pizza, qualche panino, ma poi? Finora ho ricevuto il sostegno da parte della Prefettura e della Polizia, mi hanno chiesto se avevo bisogno di qualcosa e si sono sincerati che tutto procedesse per il meglio. Per il resto nessun altro, nessuno commerciante della categoria di somministrazione di alimenti e bevande. E questo deve far riflettere". E ora, fino a quando sarà disposto ad andare avanti? "Hanno promesso senza mantenere. Se i ristori in tempi brevi mi consentono di ripartire. Aspetto una risposta certa e fino a quando non arriva, io da qui dentro non mi muoverò".