Vibo, ristoratori e commercianti pronti a riaprire. Ma la Fipe si dissocia - VIDEO
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La Calabria continua ad essere in zona rossa e lo sarà almeno fino al 21 aprile. Da Vibo è stato lanciata la protesta stamattina con commercianti e ristoratori che si sono riuniti davanti alla Prefettura per manifestare il proprio dissenso e per comunicare la loro volontà di riaprire le loro attività. Sostenuti da due avvocati vibonesi, Sidney Arena e Lino Matera, i commercianti vibonesi hanno creato un gruppo sui social denominato "Zona Bianca". Nei giorni scorsi avevano già comunicato la volontà di riaprire e stamattina si sono ritrovati su Corso Vittorio Emanuele (ve lo abbiamo raccontato in diretta sulla nostra pagina Facebook). Una delegazione del movimento spontaneo che preme per la riapertura è stata poi ricevuta in Prefettura. L'idea di molti è di riaprire già da domani provando in qualche modo poi ad impugnare quelle che sono le sanzioni amministrative che arriveranno. La pensano così il ristoratore Roberto Cagigi, il proprietario di un lido balneare di Pizzo, Pino Galloro, ed un negoziante di Vibo, Francesco Di Prisco.
La FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) si dissocia
Ma c'è chi si dissocia dalla protesta e, nella fattispecie, si tratta dei rappresentanti della FIPE di Vibo Valentia: "Noi di Fipe Confcommercio - afferma il presidente provinciale Alessandro Aversano - non aderiamo a questa protesta. La consideriamo un inutile palliativo che mette solo in difficoltà e aumenta la tensione tra noi operatori del settore e le forze dell’Ordine. Riteniamo sia possibile chiedere una riapertura nel momento in cui le vaccinazioni raggiungeranno un numero adeguato, e l'indice di contagio scenderà al di sotto della soglia corretta. Se protesta o manifestazione debba esserci, la si deve fare contro tutti i responsabili (profumatamente pagati) dell’Asl regionale che doveva pianificare e processare profilassi e piani di vaccinazione".