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Da Vibo in partenza per l'Ucraina, la storia di Svetlana: "Vado per la pace, per mio figlio" L'INTERVISTA

Svetlana Andrusiv oggi, con ogni probabilità, prenderà un autobus direzione Ucraina.

"Vado a combattere con il mio popolo", commenta. Lei che è una credente fervente non riesce più a restare con le mani in mano e a vedere i suoi connazionali morire. Anche suo figlio Taras, che ha due lauree, è diacono ed è pacifista, è partito per la sua terra. "È una scelta d’amore per la famiglia quella del mio unico figlio Taras – spiega Svetlana –. Questo dopo aver ultimato il suo percorso di studi in teologia in Ucraina prima e a Roma dopo, all’accademia greco-cattolica. Ci sentiamo al telefono decine di volte al giorno e lui mi racconta del dolore della nostra gente". Nei giorni scorsi Taras ha chiesto alla madre di tornare in Ucraina.

"Alla sua richiesta – spiega la donna – il mio cuore si è spezzato e così anche la mia anima. Da madre ho pianto. Sono stata tentata a restare, ma poi dentro di me ho capito che lui ha ragione". Taras non fa che ripetere alla mamma di stare tranquilla. "Anche se dovessi andare in guerra – le dice – ci andrò come cappellano. Il mio posto è nella mia Patria". E così Svetlana ha deciso di riempire il suo borsone con la poca roba che potrà servirle e partire. "Mi hanno consolato le parole di monsignor Giuseppe Fiorillo – osserva– quando mi ha detto che ammira il mio ragazzo e il suo coraggio per la decisione presa".

Svetlana ha il cuore a pezzi, ma ha voglia di lottare, di provare a contribuire a portare la pace nel suo paese colpito dalle bombe. "I miei connazionali sono degli eroi di fronte a questi assassini. Così come i cittadini russi che stanno manifestando contro questo dittatore-. Il mondo, l'Europa, devono aiutarci di più".

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