Catanzaro, Crotone, Vibo

Martedì 26 Novembre 2024

La tragedia di Catanzaro, il dolore della nonna: "I miei angeli volati via, i soccorsi in ritardo"

«Se i vigili fossero arrivati prima questi angeli non me li trovavo qui». Lo ha detto la signora Maria Spina, la madre di Vitaliano Corasoniti, il padre dei tre fratelli - Saverio (22 anni), Aldo (14) e Mattia (12) morti - nell’incendio della loro abitazione nel quartiere Pistoia a Catanzaro la scorsa settimana, durante la cerimonia dei funerali delle vittime nella Basilica dell’Immacolata. «Mio figlio con mia moglie - ha proseguito la signora Maria Spina - non avevano una vita sociale non perché avevamo paura del quartiere in cui vivevano ma perchè si dedicavano all’amore verso Saverio. Diciamo i rom di qua i rom di là: io posso dire che c'è stata la telefonata ai vigili del fuoco da un piccolo rom, gli hanno chiuso il telefono, il papà ha telefonato, è scesa una rom in indumenti intimi. I rom come sono definiti da tutti si sono precipitati a rompere vetri, a portare materassi, sono andati sopra a tentare di aprire la porta, perché se i vigili fossero arrivati prima questi angeli non me li trovavo qui. Quello che insegnavo a mio figlio da piccolo - ha sostenuto la nonna paterna dei tre fratelli morti nell’incendio - era di non fare mai distinzioni nella vita, siamo tutti figli di Dio. E quando vediamo un rom non voltiamoci dall’altra parte. Loro - ecco qual è la differenza - si buttano nell’inferno per poter salvare le persone. Se torneranno vivi a casa - le speranze sono poche - dovrà abbracciare quel bimbo rom, quel signore rom e quella signora che è scesa quasi nuda». La signora Spina ha poi tracciato un ricordo dei suoi cari rimasti coinvolti nell’incendio, soffermandosi in particolare sulla figura di Saverio Corasoniti, che era affetto da autismo: «La famiglia di mio figlio Vitaliano era un grappolo d’amore, in tutti i sensi, era una squadra, ogni fratellino aveva il proprio compito, chi apparecchiava, chi sparecchiava, chi aiutava la mamma, e poi un amore verso il fratello Saverio. Saverio gioiva, loro non avevano una vita sociale, ma l’amore della mamma e del papà, a volte Vitaliano diceva "usciamo" ma i fratelli dicevano no, e così non uscivano di casa per giocare con Saverio, erano bambini pieni di amore. Quando andavo a trovarli gli brillavano gli occhi. E poi mio figlio: un papà speciale, una persona perbene. Voglio - ha affermato la nonna dei fratelli Corasoniti - che questi tre angeli diano forza al papà, alla mamma e ai due fratellini affinché possano tornare a casa. Mio figlio era un ragazzo pulito. Saverio come tutti gli autistici ci ha insegnato tante cose e suo papà, se con l’aiuto di Dio tornerà a casa, continuerà a fare la sua battaglia per la disabilità, l’autismo e per chi non ha voce continuerà a combattere e insieme combatteremo». Infine, la signora Spina ha parlato dei quattro feriti, il papà Vitaliano Corasoniti, la moglie Rita e altri due fratellini, Antonello (14) e Zaira Mara (10), tutti ricoverati in condizioni molto gravi: «Mio figlio non è grave, è gravissimo, quelle della moglie Rita e del fratellino Antonello non sono nemmeno buone, Zaira - amore della nonna - sta combattendo, è piena di tubi che le stanno portando un’infezione ai polmoni, in questo momento sarà in sala operatoria perché non ha più un braccio, stanno cercando di ricostruirlo, perderà un occhio».  

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