Una vasta operazione antimafia è stata messa in atto stamattina nella provincia di Crotone, condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Crotone, per disarticolare il sodalizio criminale denominato Locale di Cirò. In particolare, circa 150 militari stanno dando esecuzione a un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal Gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nei confronti di 31 persone. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione e reati in materia di armi e di sostanze esplodenti, questi ultimi aggravati dal metodo mafioso. Il provvedimento cautelare prevede la detenzione in carcere per 26 persone e agli arresti domiciliari per altri 5. Gli indagati sono stati rintracciati a Cirò Marina, Cirò, Umbriatico, Nova Siri (Matera) e Trieste. A due il provvedimento è stato notificato nelle Case circondariali di Catanzaro e di Ancona dove erano già detenuti per altri motivi.
Le mani delle cosche sui porti di Cirò Marina e Cariati
Aveva assunto il monopolio di interi settori economici e commerciali della zona l’organizzazione criminale sgominata questa mattina. La cosca di Cirò, storicamente guidata dalle famiglie Farao e Marincola, in particolare, aveva assunto il controllo del mercato dell’ortofrutta e soprattutto dell’intera filiera del pescato nei porti di Cirò Marina e di Cariati. Le minacce erano esplicite, ma spesso, a intimidire era la notoria appartenenza alle famiglie 'ndranghetistiche cirotane. Gli affiliati avrebbero costretto i pescatori a consegnare il prodotto ittici ai prezzi da loro imposti o addirittura a pescare solo le tipologie di pesce da loro decise, tralasciando le altre; quindi a utilizzare i magazzini per lo stoccaggio del pescato e le attrezzature per la pesca da loro esclusivamente messi a disposizione. Gli indagati sono accusati anche di aver costretto i titolari delle pescherie di Cirò e di Cirò Marina a ricevere e ad acquistare il pesce esclusivamente da loro e a prezzi di rivendita da loro stessi decisi. Le indagini hanno poi rivelato numerosi episodi estorsivi ai danni delle attività imprenditoriali e commerciali del settore ortofrutticolo del Cirotano, con il chiaro intento di monopolizzare, sotto il profilo economico, interi settori commerciali, mediante l’apertura di nuove realtà economiche gestite dagli affiliati, da loro familiari o da altri prestanome. Sarebbe stata alterata la libera concorrenza, anche violentemente, tramite vessazioni e intimidazioni.