Sopralluogo questa mattina nella casa di via Caduti XVI Marzo 1978 dove il 22 ottobre scorso hanno perso la vita i tre fratelli Corasoniti Saverio, Aldo Pio e Mattia. Lo ha deciso il consulente Daniele Menniti, docente dell’Università della Calabria specialista in ingegneria elettrotecnica, cui si è rivolto il pm titolare del fascicolo Francesco Bordonali per avere una relazione su quanto sia potuto accedere la notte del 22 ottobre. Agli accertamenti stanno partecipando anche l’avvocato Ettore Giovanni Fioresta, che rappresenta Vitaliano Corasoniti e la madre Maria Spina, che ha affidato l’incarico all’ingegnere Giovanni Brusco, l’avvocato Francesco Gigliotti che assiste i parenti della signora Rita Mazzei e che si è affidato al presidente dell’Ordine degli ingegneri Gerlando Cuffaro. Con questa seconda ispezione nei luoghi della tragedia il lavoro del consulente dovrebbe essere terminato. Subito dopo ci si attende il deposito della relazione che dovrebbe dare risposte sulle possibile cause di innesco del rogo.
I nodi dell'indagine
Stando all’incarico della Procura il consulente dovrà provare a sciogliere gli interrogativi che ancora persistono sull’origine delle fiamme. Più in particolare il pm ha chiesto di accertare se l’innesco del rogo sia scaturito da fenomeni elettrici. Ossia se vi fossero nell’appartamento dei Corasoniti delle apparecchiature di protezione dell’impianto elettrico, come il “salvavita”; oppure se le fiamme siano state scatenate da prolunghe male utilizzate o da scariche elettriche provocate dal malfunzionamento o dal surriscaldamento di apparecchi elettrici. Ma i quesiti del sostituto procuratore riguardano anche la possibilità che l’incendio sia stato determinato o favorito dall’azione di qualcuno. Già il 22 novembre scorso il consulente assieme ai periti di parte e ai carabinieri aveva effettuato un primo sopralluogo che era durato circa tre ore e si era concentrato sull’impianto elettrico e sul contatore di casa Corasoniti. La Procura di Catanzaro ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per incendio colposo, omicidio colposo e lesioni personali colpose. Alcuni elementi farebbero ritenere che l’incendio sia partito dal soggiorno dove sarebbero stati accatastati alcuni cartoni, materiale rinvenuto nella abitazione e sottoposto a sequestro dal sostituto procuratore Francesco Bordonali. Nelle scorse settimane gli inquirenti hanno potuto raccogliere la testimonianza dei due genitori Vitaliano Corasoniti e Rita Mazzei. Si cerca senza sosta di dare verità e giustizia per la morte dei tre fratelli.