Con la Direttiva 2020/2184 l’Unione europea ha imposto standard qualitativi minimi per l’acqua destinata al consumo umano (per bere, cucinare o per altri usi domestici). Sia per garantire la salute dei Cittadini ed anche per ridurre i rifiuti di plastica. Perché l’acqua che vien fuori dai rubinetti possa essere definita “potabile” deve essere: incolore, insapore, inodore e priva di particelle sospese (quindi limpida e trasparente). Eppure in tante zone della città di Catanzaro dai rubinetti fuoriesce un liquido maleodorante e marroncino. Sono continue le segnalazioni – afferma Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – da parte di cittadini che non possono neppure lavarsi con l’acqua che pagano, a caro prezzo, come se fosse potabile. La sensibilità per la sicurezza dei cittadini, manifestata con lodevole scrupolo quando si tratta di chiudere le scuole, improvvisamente svanisce quando si tratta di informare i cittadini sulle condizioni dell’acqua. Non vorremmo si preferisca sacrificare la salute sull’altare del profitto. Il Codacons chiede, quale doveroso segno di rispetto per chi è costretto a lavarsi con quell’acqua, che il Sindaco di Catanzaro decida di intervenire disponendo immediate verifiche circa la reale potabilità dell’acqua e sospendendo la riscossione dei canoni”. Non a caso il sindaco è il massimo rappresentante locale in materia sanitaria. Riteniamo doveroso che ci si attivi, immediatamente, per fornire alla cittadinanza una certificazione, sulla base di analisi scientifiche, dell’attuale condizione dell’acqua erogata. E tanto anche per garantire la doverosa riduzione dei canoni. “Lo impongono le immagini che documentano una vergogna assoluta. Forse non c’è bisogno di un chimico per comprendere la pericolosità di quel liquido, ma riteniamo che l’Amministrazione, quale doveroso segno di rispetto, per chi è costretto a lavarsi con quell’acqua e deve finanche pagarla, debba intervenire”. I cittadini oramai sono rassegnati a non poter bere l’acqua del rubinetto e dover ricorrere alle costose acque in bottiglia perfino per cucinare o per lavarsi e, come se non bastasse, sono costretti a pagare quella che sgorga dal rubinetto proprio come se fosse potabile. Sopportando, in silenzio, i danni subiti quotidianamente da caldaie e lavatrici. Invitiamo, pertanto, il Comune ad astenersi dal pretendere il pagamento dei canoni idrici almeno fin quando non sarà garantito un servizio dignitoso. A tal fine sollecitiamo la convocazione di un consiglio comunale aperto alla cittadinanza su una questione che attiene alla salute della popolazione.