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Pupi Avati a Catanzaro, il video dell'incontro col regista al teatro Politeama

Un anno sabbatico del silenzio. Graffiante, autoironico, dissacrante, Pupi Avati vede come unica via d’uscita dal “mondo di nani” in cui siamo finiti “pur venendo da una cultura di giganti”, “un anno sabbatico, in cui tutti quelli che finora hanno parlato si tacessero. Una resipiscenza improvvisa. Del resto a un certo punto fu necessario il diluvio universale per ricominciare… “.

Il regista, che si definisce un dantista e progetta di dirigere una biografia di Dante Alighieri, di cui nel 2021 ricorrono i settecento anni dalla morte, ispirandosi al “Trattatello” del Boccaccio, nelle due ore della conversazione-evento organizzata al teatro Politeama di Catanzaro dal sovrintendente Gianvito Casadonte spazza via cumuli di rassicuranti certezze restituendo il quadro nitido di una cultura colonizzata e in declino dove non solo il cinema (italiano) è in crisi.

“I capponi di Renzi si beccano fra di loro mentre stiamo precipitando, senza rendersi conto che i problemi non sono solo di carattere economico ma morale, con la deresponsabilizzazione dei ruoli all’interno dei contesti a partire dalla famiglia... non ci facciamo mancare niente per confondere le acque, intorbidirle per poter restare a galla e mantenere la poltrona. Si punta solo a questo scopo, ognuno è quantificato in base al denaro e tutto questo è doloroso…”.

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