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Catanzaro, no dei sindaci all'autonomia differenziata: documento consegnato al Prefetto

Questa mattina (22 febbraio 2023) i sindaci della provincia di Catanzaro si sono ritrovati in piazza Prefettura per consegnare simbolicamente al Prefetto il documento che nelle scorse settimane avevano sottoscritto per dire no all'autonomia differenziata. Guidati dal sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, gli amministratori - in maggioranza di centrosinistra ma erano presenti anche esponenti di centrodestra - hanno consegnato al prefetto, Enrico Ricci, il documento sottoscritto da 57 degli 80 sindaci del catanzarese.

Ecco il testo: «Sotto la definizione di “autonomia differenziata” altro non si vuol far passare se non la rottura dell’unità della Repubblica, che la nostra Costituzione vuole invece una e indivisibile anche quando riconosce e promuove le autonomie locali. Il progetto di attuazione dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione è inaccettabile nei termini in cui si sta portando avanti da vari anni. Attribuire ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia non può infatti significare devoluzione di tutte le competenze e i poteri alle regioni che ne facciano richiesta. Se “l’autonomia differenziata” dovesse passare in quei termini, verrebbe minata l’eguaglianza dei diritti, con conseguenze devastanti per la scuola, la sanità, le politiche ambientali ed energetiche, i beni culturali, lo sviluppo delle infrastrutture e finanche per i contratti nazionali di lavoro. Noi crediamo che i livelli di prestazione non debbano essere solo essenziali, ma anche uniformi. Il disegno di legge proposto dal ministro Calderoli e approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri vuole imprimere una forte accelerazione alla realizzazione di quel progetto. Se coloro che a parole si fanno alfieri dell’unità nazionale non sono in grado di contrastare nei fatti le pericolosissime spinte disgregative, allora dobbiamo trovare nei territori la forza di reagire concretamente ad esse: dovranno essere le popolazioni, insieme con le istituzioni locali, a contrastare gli egoismi delle aree più ricche del Paese, la cui affermazione sarebbe destinata inevitabilmente ad approfondire il solco di tutte le disuguaglianze. Deve partire allora dalle comunità territoriali, la spinta a contrastare questo disegno di rottura, con una visione mirata in primo luogo alla difesa delle aree più svantaggiate e delle fasce sociali più deboli, per poter crescere tutti insieme, progettando la realizzazione di nuovi ponti e non l’innalzamento di nuovi muri. Crediamo che proprio dalle autonomie locali del Mezzogiorno ed in particolare da quelle della nostra Provincia possa partire lo slancio per una nuova stagione dell’unità repubblicana e democratica, nella quale le tante differenze trovino il loro punto di incontro guardando al futuro nella visione di una più grande unità europea vissuta in uno spirito di pace e fratellanza».

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