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Why not, concluse le arringhe
il 31 luglio le sentenze

Nel corso dell'udienza di stamane è intervenuto l'avvocato Franco Sammarco, difensore del consigliere regionale Franco Morelli e dell'ex assessore Ennio Morrone. Durante l'arringa Sammarco ha fatto riferimento allo scenario nel quale è nata l'inchiesta Why Not che ha portato al processo. Successivamente è stato evidenziato che Morelli e Morrone non avevano prerogative per quanto riguardava l'aggiudicazione dei progetti. E' stata poi la volta degli avvocati Fabio Viglione ed Ugo Celestino, difensori dell'ex vice presidente della giunta regionale di centrosinistra, Nicola Adamo, i quali hanno illustrato la posizione del loro assistito chiedendone l'assoluzione. In particolare Viglione ha più volte ribadito che dall'istruttoria dibattimentale è emersa la completa estraneità di Adamo dalle accuse che gli sono state rivolte. Nel corso dell'udienza sono poi intervenuti anche l'avvocato Francesco Gigliotti, difensore di Aldo Curto; l'avv. Badolati difensore di Antonio Gargano; l'avv. Elia per Gianfranco Franzé ed il difensore di Gennaro Ditto. I legali hanno illustrato la posizione dei loro assistiti evidenziandone l'estraneità dalle accuse ed hanno concluso le arringhe con la richiesta di assoluzione. Al termine delle arringhe difensive sono intervenuti i sostituti procuratori generali, Massimo Lia ed Eugenio Facciolla, che hanno effettuato le loro repliche ai difensori. Nel corso dei loro interventi hanno sostenuto che l'affidamento dei progetti da parte della Regione Calabria alle società della Why Not erano illegittimi perché il contratto madre era stato rinnovato con una trattativa privata e non con una gara pubblica. I due Pg hanno poi affrontato la posizione di alcuni degli imputati ribadendo le richieste di condanna. Il 13 giugno scorso i due Pg hanno chiesto la condanna di 14 imputati a pene variabili da uno a tre anni di reclusione, alcune assoluzioni ed il non doversi procedere per altri 11 per intervenuta prescrizione. Il processo riguarda l'affidamento da parte della Regione Calabria di alcuni servizi a società private che impiegavano lavoratori interinali. (ANSA).

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