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Cinque fermi
nel Crotonese

Carabinieri
''C'era la possibilità che venissero perpetrati nuovi fatti di sangue ed il ritrovamento di armi dimostra che c'é fibrillazione nel locale di Petilia Policastro. Da qui la decisione di procedere con i fermi". A dirlo è stato il procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo illustrando, a Crotone, i dettagli dell'operazione che ha portato al fermo di cinque persone accusate dell'agguato compiuto il 21 aprile scorso a Petilia nel quale rimase ucciso Valentino Vona e fu ferito il fratello Giuseppe.
I fermati sono Salvatore Comberiati, di 53 anni (accusato solo per possesso di armi), Giuseppe Scandale (44), Tommaso Ierardi (35), Luigi Lechiara (46) e Giuseppe Pace (35). Una sesta persona, Michael Pace (22), è indagato ma essendo già detenuto nei suoi confronti non è stato emesso il decreto di fermo. Nel corso dell'operazione di oggi, in un garage di pertinenza di Lechiara sono stati trovati due fucili, una mitraglietta e due passamontagna.
"Sono qui anche se in ferie - ha detto Lombardo - perché volevo con la mia presenza assicurare l'attenzione molto forte della Procura distrettuale su Petilia Policastro e sul suo locale dove con l'omicidio di Manfreda si è aperta, di fatto, una ostilità per la mancanza di leadership all'interno del locale".
Secondo l'accusa, infatti, l'agguato contro i fratelli Vona sarebbe stata la risposta all'omicidio di Vincenzo Manfreda, ucciso con tre colpi di fucile il 24 marzo scorso.
"Dalle intercettazioni - ha detto il procuratore aggiunto di Catanzaro Giuseppe Borrelli - si comprende che nel gruppo vicino a Manfreda ci fosse la convinzione che quest'ultimo delitto fosse opera opera del gruppo Vona, ma questo dato è ancora da verificare".
All'incontro con i giornalisti ha partecipato anche il comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, colonnello Francesco Iacono. (ANSA).

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