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Guardia carceraria
consegnava i pizzini

Il figlio del “professore” svela anche chi inviava i pizzini dal carcere e con quale mezzo. Messaggi con i quali dal carcere arrivavano gli ordini per compiere le estorsioni
e gli attentati ai danni di commercianti ed imprenditori. Intimidazioni compiute anche durante la visita del Papa. Fu scelto questo particolare periodo, cioè la vista del Papa, spiega il collaboratore «per creare confusione, anche perché sapevamo della collaborazione di Angelo Torcasio, nell’ambito di una strategia finalizzata a sviare le indagini o
comunque a creare confusione tra gli inquirenti, nel senso di fare apparire che non eravamo noi a fare le estorsioni, in quanto pur essendo noi in carcere le estorsioni
avvenivano lo stesso. A consegnare i pizzini era una guardia carceraria». Ma “le imbasciate” dal carcere arrivano all’esterno anche attraverso i familiari dei detenuti. Lo riferisce lo stesso collaboratore di giustizia quando rileva che la moglie «ha portato all’esterno dei pizzini».

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