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"Odissea" bancaria
per due imprenditori

C'é la società, costituita da due fratelli, la "Mancusòs food" e anche un locale, ristrutturato grazie al sostegno di parenti e conoscenti, per ospitare l'attività; quello che manca, però, è l'erogazione del finanziamento che avrebbe dovuto dare il là all'impresa da parte della banca convenzionata con la Regione Calabria. E' una vera e propria odissea senza fine quella di due fratelli di Catanzaro Marco e Mariano Mancuso, di 34 e 38 anni, aspiranti piccoli imprenditori nel settore della trasformazione di prodotti agricoli, nello specifico peperoncino, così come emerge dalla lettura delle carte e dai loro racconti. Tutto ha inizio ad ottobre 2010 quando i due - entrambi disoccupati (il più giovane dei quali con alle spalle esperienze di tossicodipendenza con ricadute che lo hanno portato a dover entrare in una comunità di recupero) - leggono l'avviso pubblico della Regione sul microcredito. Finalità dell'iniziativa è quella di "sviluppare l'inserimento lavorativo delle categorie in condizioni di svantaggio occupazionale e di marginalità sociale, rafforzando la cultura delle pari opportunità per prevenire e combattere ogni forma di discriminazione nella società e sui posti di lavoro". Un'occasione da cogliere al volo. Nasce così l'idea della Mancusòs food e i due ragazzi presentano domanda per ottenere un finanziamento di 25 mila euro ciascuno. L'8 giugno 2011 Fincalabra, la finanziaria regionale incaricata di valutare le istanze, delibera positivamente e, a settembre, comunica l'ammissione al finanziamento. In mancanza di fondi propri i due ragazzi chiedono ed ottengono una mano da familiari e conoscenti: così ristrutturano un immobile dei genitori. Tutto sembra andare per il meglio. L'11 ottobre 2011, la Banca riconosce l'agevolazione e la comunica a Fincalabra che, a sua volta, dà comunicazione alla Regione sull'esito positivo della pratica. A distanza di sei mesi, il 13 gennaio 2012, la gelata: Fincalabra comunica ai due giovani che la Banca popolare delle Province Calabre, l'istituto convenzionato, non può erogare le somme adducendo che l'amministratore della società Mariano Mancuso risulta iscritto nella Centrale rischi di Bankitalia per la somma di 32mila euro. Il giovane, a seguito della comunicazione, adisce il tribunale e ottiene la cancellazione del suo nominativo. Fincalabra, a luglio 2012, superato l'ostacolo, conferma il mantenimento del prestito invitando l'istituto bancario a dare seguito alle procedure di erogazione del finanziamento. Cosa che, alla data del 24 ottobre scorso, tuttavia, non è ancora accaduta. "Volevo solo lavorare - dice Mariano Mancuso - per dare un futuro a me e a mio fratello che ha anche un figlio e che su questa attività ha fondato tutte le speranze di riprendersi una vita normale. Allo stato attuale, invece, viviamo il paradosso di risultare fruitori di un finanziamento di cui non abbiamo visto nemmeno un euro. In tempi di crisi galoppante - aggiunge il giovane con amarezza - può una banca attuare questa azione di ostruzionismo?". Intanto, il sogno di un lavoro lentamente svanisce. (ANSA)

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