Il pubblico ministero, Elio Romano, ha chiesto 36 condanne a pene variabili dai 3 ai 15 anni nei confronti di presunti esponenti della cosca Giampa' di Lamezia Terme arrestati nel giugno scorso nell'ambito dell'operazione della Dda di Catanzaro chiamata 'Medusa'. Le richieste di condanna sono state avanzate nel corso del processo con rito abbreviato in corso davanti al giudice per le udienze preliminari, Giovanna Mastroianni. Per una trentasettesima persona, Filadelfio Fedele, il giudice ha respinto la richiesta di processo abbreviato condizionato ed ha disposto il rinvio a giudizio. Nel corso dell'udienza il pubblico ministero ha ripercorso le fasi delle indagini e le dichiarazioni fornite dai collaboratori di giustizia, che hanno ricostruito le attività illecite della cosca Giampà. Al termine della requisitoria il pm Mastroianni ha avanzato le richieste di condanna. Le condanne maggiori sono state chieste per Vincenzo Bonaddio (15 anni di reclusione). Numerose le richieste di condanna a 12 anni di reclusione che hanno riguardato Francesco, Pasquale e Vincenzo Giampà e Aurelio Notarianni. Al termine della requisitoria il giudice ha rinviato il processo all'udienza dell'11 gennaio, quando inizieranno le arringhe difensive. Nel processo si sono costituiti parte civile il Comune di Lamezia Terme, la Federazione nazionale delle Associazioni Antiracket ed Antiusura Italiane, l'Ala onlus (Associazione Antiracket di Lamezia) e cinque imprenditori. Agli imputati sono contestati a vario titolo i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni, usura, danneggiamento, detenzione illegale di armi e favoreggiamento. (ANSA).
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