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Quel 9 ottobre è
già nella storia

Grande sorpresa ha suscitato in tutta la cittadinanza la notizia delle dimissioni di papa Benedetto XVI. Il ricordo della sua visita a Serra San Bruno e alla sua Certosa è ancora molto vivo nel cuore della gente e l’attaccamento a questo pontefice che ha incontrato, per sua esplicita volontà la popolazione, esortandola a rimanere fedele agli ideali di San Bruno e dei Certosini, è particolare e carico di sentimenti profondi. Benedetto XVI è particolarmente amato da tutti i cittadini, e non solo da quelli di Serra San Bruno, ma anche da tutti quelli dei paesi del comprensorio delle Serre che, il 9 ottobre del non lontano 2011, lo hanno accolto festanti nel piazzale della Certosa, applaudendolo e osannandolo. Un Papa che per la sua semplicità e per il suo alto senso di umanità ha lasciato un’i mpronta indelebile allo stesso modo di come trenta anni prima aveva fatto Giovanni Paolo II. Due papi particolarmente attaccati a Serra San Bruno e ai Certosini che hanno voluto essere presenti nei luoghi dove San Bruno si è ritirato in solitudine a trascorrere gli ultimi dieci anni della sua vita. Qui Benedetto XVI era venuto a pregare sulla tomba di un uomo, che oltre ad essere stato un esempio mirabile di santità, era anche un suo connazionale, essendo San Bruno nato in Germania. La notizia delle dimissioni del Pontefice è stata per tutti come un fulmine a ciel sereno. Il sindaco Bruno Rosi, che il giorno dell’arrivo del pontefice a Serra San Bruno lo ha accolto a braccia aperte, rivolgendogli il saluto a nome di tutta popolazione, ha espresso dispiacere e sorpresa per la decisione del pontefice di porre fine al suo pontificato. «Come mai – aveva chiesto Rosi a Benedetto XVI – in meno di trenta anni due papi avevano deciso di venire a Serra San Bruno?». La risposta del pontefice è stata immediata e chiara. «È vero – aveva detto – la cittadina ha ricevuto dalla Chiesa un privilegio particolare ». Poi, il sommo pontefice aveva esortato i serresi a fare tesoro del privilegio ricevuto, ricordando che, grazie alle preghiere dei certosini il mondo intero beneficia di una mediazione che serve a implorare grazie per tutti gli uomini da parte dell’Altissimo. Il Papa quel nove ottobre era apparso affaticato, ma ha rispettato pienamente il protocollo e ogni suo spostamento è avvenuto secondo quanto previsto dal programma. Ma dopo il suo rientro a Roma, per i suoi spostamenti anche per quelli brevi è stato fatto uso di una pedana mobile. Il Papa non era più saldo sulle sue gambe. Allora è stato per tutti chiaro il motivo per cui il palco, allestito nel piazzale della Certosa da dove il Sommo Pontefice ha parlato, non aveva gradini, ma solo una passerella che ha consentito al successore di Pietro di salire senza fare molta fatica. Quindi dall’ottobre del 2011 Benedetto XVI cominciava a dare i primi segni del suo affaticamento. Tuttavia, l’affetto che lega i serresi a Benedetto XVI continua a rimanere immutato e tutti ricordano le parole da lui rivolte in quella occasione all’immensa folla che gremiva il piazzale e che, per vedere il papa, quel giorno, aveva sfidato il freddo e la pioggia. «Ne valeva la pena! », è stato il commento di molti. Non accade tutti i giorni di poter vedere un papa in casa propria e molti serresi, oggi, possono vantare non solo di averlo visto a tu per tu da vicino, ma anche d’averlo toccato, perché Benedetto XVI, passando tra la gente, non esitava a stringere le mani a chi verso di lui le tendeva per toccarlo e salutarlo Oggi i serresi si chiedono se non sia possibile che Benedetto XVI decida di tornare a Serra San Bruno quando non sarà più Papa.

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