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Violento incendio
distrugge 6 autobus

Alba di fuoco nella Marina di Satriano. Il bagliore che ha illuminato l’agglomerato di una via che la dice tutta sul lavoro e sulle aziende che ivi si trovano, traversa di via dell’Artigianato, non era dovuto alla “palla” di fuoco che, solcando il cielo, ha interessato il sud della Penisola. Erano bagliori di un pauroso incendio che ha “illuminato”, si fa per dire, le nefandezze, se di questo si tratta, che non finiscono mai di interessare e arroventare la vita di cittadini, di aziende produttive. Le fiamme che si protendevano verso l’alto erano il segnale che qualcosa di sinistro era accaduto in quella traversa e l’allarme è arrivato al distaccamento dei vigili del Fuoco di località Caldarello intorno alle 4 di ieri. Una “sveglia infuocata” come il calore che hanno trovato i due pesanti mezzi, agli ordini del caposquadra Urbano, quando sono arrivati in quella traversa ricca di aziende e hanno cominciato a sturare i bocchettoni d’acqua degli automezzi per domare le fiamme che si alzavano con inusitata potenza e fragore. I vigili del fuoco hanno dovuto lavorare a lungo per diverse ore con tanta fatica per avere ragione di quel fuoco maledetto che si era impadronito di ben sei autobus della società di autolinee “Federico” che espleta da qualche tempo il servizio su diverse tratte della provincia. Quando i primi bagliori del sole sono apparsi all’orizzonte sul mare di Soverato, agli occhi dei presenti si è presentato uno spettacolo disastroso. Al primo esame dei tecnici e delle autorità intervenute si è dovuto annotare che quattro autobus di linea erano andati completamente distrutti e altri due gravemente danneggiati. Un vero colpo basso per i titolari della società, di origine reggina, che da qualche anno ha avuto la concessione della Regione per espletare il servizio lungo le strade della Regione, della nostra zona e della provincia. Contemporaneamente ai vigili del fuoco sul posto sono arrivati i carabinieri della Compagnia di Soverato e i colleghi della stazione di Satriano. Hanno raccolto immediatamente sul posto gli elementi utili per avviare le indagini. A quanto pare l’opera degli investigatori sarà difficile perché non sono state rinvenute tracce che possano indirizzare verso una univoca direzione. Le autorità inquirenti continuano comunque a mantenere il massimo riserbo anche se non è da escludere alcuna ipotesi, compresa quello del dolo. Dovranno ascoltare anche i responsabili della società per poter comprendere la natura di questo atto criminoso che, inutile dirlo, ha ancora una volta sconvolto la popolazione. Oltre alle autorità inquirenti è giunto sul posto anche il sindaco di Satriano, Michele Drosi che, visibilmente scosso, ha ritenuto opportuno esternare ai responsabili della società la sua personale solidarietà e quella della nostra cittadinanza. È il prezzo che si paga ma così non dovrebbe essere quando vi è una località in crescita, con tante aziende operative e, quindi, con denaro che circola. Il sindaco Drosi, ricordano precedenti atti criminosi nella Marina ha così dichiarato alla “Gazzetta del Sud”. «È una pianta velenosa che prolifera purtroppo dove vi sono segni chiari di sviluppo. Simili crimini sono purtroppo all’ordine del giorno proprio dove crescono le attività, dove si trovano aziende produttive, dove circola del denaro. Bisogna avere fiducia nelle autorità inquirenti e nella magistratura perché, anche se lentamente, vengono scoperti i malfattori e vengono assicurati alla Giustizia. Ho ritenuto portare la solidarietà alla società, che dà lavoro a tanta gente, per far intendere che tutta Satriano condanna l’atto criminoso e che si è vicini all’attività imprenditoriale che deve proseguire nell’interesse di tutti». Ultimati i rilievi e gli adempimenti è stato sbarrato e chiuso con lucchetto il cancello della società, al numero 4 della traversa di via dell’Artigianato (diramazione di piazza Primo Maggio), via che pullula di diverse attività artigianali ( dal mobilificio alle officine meccaniche, alle carrozzerie, alle lavanderie, ad altre piccole e medie aziende terziarie). I responsabili della società, per qualche ora, hanno evitato i contatti con tanti cittadini che a loro volevano esprimere dispiacere e rabbia per l’accaduto.   

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