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Edilizia sociale,
il Tar “boccia”
la Regione

edilizia

Prima pubblica un bando, poi - già predisposte le graduatorie - lo annulla in autotutela per ripubblicarne un altro qualche settimana dopo. Sull’operato della Regione in materia di edilizia sociale si è discusso e polemizzato tanto. Ed è stata aperta anche un’inchiesta dalla Procura della Repubblica del capoluogo, andata avanti di pari passo con una raffica di contenziosi davanti ai giudici amministrativi: un’importante novità è giunta ieri proprio dal Tar, che ha sferrato una nuova “mazzata” contro la Regione. Infatti la seconda sezione del Tribunale amministrativo regionale della Calabria, con la sentenza numero 208/2013 pubblicata ieri, ha accolto parzialmente il ricorso della Gatto Costruzioni (rappresentata dagli avvocati Valerio Donato e Francesco Pullano) contro il provvedimento di revoca del primo bando per l’edilizia sociale. Alla società del presidente di Confindustria Catanzaro, Giuseppe Gatto, è stato anche riconosciuto un danno per le spese vive, pari a 136mila euro, mentre è stata respinta l’istanza di annullamento del secondo bando visto che «il ricorrente –scrivono i giudici –oltre a non aver presentato la domanda di partecipazione, non ha chiarito in che modo il nuovo bando sia stato per lui lesivo». Il verdetto del Tar crea adesso una situazione giuridicamente complessa. E soprattutto fa riesplodere un caso politico che rischia di diventare particolarmente “scivoloso”. La vicenda ha avuto inizio nel 2009, quando la Regione ha emesso un bando per l’edilizia sociale e la Gatto Costruzioni si è aggiudicata la costruzione di 120 alloggi, di cui 48 a Soverato ed i restanti a Catanzaro. Successivamente la Giunta regionale di centrodestra ha deciso di annullare il bando e di emetterne un nuovo al quale la Gatto Costruzioni non ha partecipato. Molte altre società che si erano attestate tra le vincitrici del primo bando avevano deciso, invece, di partecipare al secondo bando, piazzandosi in una posizione utile per la realizzazione degli alloggi destinati alle famiglie meno abbienti, alle giovani coppie, ai pensionati a basso reddito e agli immigrati. Dopo il secondo bando erano stati presentati diversi ricorsi al Tar Calabria, che aveva dato ragione a tutte le ricorrenti; successivamente però, poiché le aziende che si erano rivolte al Tar erano state incluse nella graduatoria del secondo bando, il Consiglio di Stato ha dichiarato cessata la materia del contendere, ad eccezione che per la Gatto Costruzioni, che non aveva partecipato al secondo bando. Ora, tornato “in vita” il primo bando la situazione diventa assai complessa: c’è un bando “riesu - mato” ed un altro regolarmente valido, visto che nessun giudice l’ha annullato. Da qualunque punto di vista la si voglia guardare resta un dato inconfutabile: i due bandi mettono sul piatto le stesse risorse finanziarie per lo stesso tipo d'intervento. In quest’ottica una chiave di lettura potrebbe offrirla una vecchia sentenza su un ricorso di tenore analogo a quello della Gatto Costruzioni: «Se pure va ammesso che tra i due atti in questione - il vecchio e il nuovo bando - non esiste alcun vincolo di connessione (al di fuori della mera successione cronologica), la problematica relativa all’inter - vento del nuovo bando non potrà che risolversi alla stregua dell’or - dinario effetto conformativo del giudicato, e quindi con il doveroso adeguamento da parte dell’Amministrazione soccombente alla statuizione giurisdizionale, implicante nella specie il ritiro dell’ulteriore bando adottato». Da parte sua, Giuseppe Gatto si è detto soddisfatto della sentenza del Tar. «Dopo molti anni – ha affermato –viene fatta giustizia con l’annullamento dei provvedimenti della Regione che consentono alla Gatto Costruzioni di rientrare a pieno titolo nel primo bando per l’edilizia sociale ed eseguire gli interventi previsti. Sono sicuro che la Regione darà esecuzione alla sentenza del Tar, il che rappresenterebbe un segnale di legalità in un momento così difficile come quello che sta attraverso il nostro Paese, e la Calabria in particolare ».

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