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L’assassino latitante
chiede perdono

lettera mezzatesta

«Ho perso la ragione e ho sparato, ma mio figlio non c’entra». Domenico Mezzatesta, ex vigile urbano di Decollatura, è accusato di aver ucciso due giovani lametini che gli avrebbero chiesto il pizzo. Dopo il delitto l’assassino è scomparso, e proprio ieri, dopo due mesi di latitanza, ha inviato una lettera alla “Gazzetta del Sud” per confessare il delitto, motivarlo in qualche modo con la paura per sé e la sua famiglia, e per scagionare il figlio Giovanni che da quel giorno è in galera accusato di duplice omicidio volontario. «Hanno messo una bomba sotto la finestra del mio figlioletto più piccolo di 7 anni, per l’esplosione i vetri si sono conficcati nel cuscino mentre dormiva, a pochi centimetri dalla sua testa», scrive il latitante. Poi Francesco Iannazzo e Giovanni Vescio, i suoi presunti estortori, l’hanno invitato nel “Bar del Reventino”a Decollatura. Gli avrebbero imposto un “pizzo” di 1.500 euro al mese per la “tranquillità” della piccola azienda d’infissi in alluminio del figlio Giovanni. Mezzatesta ha sparato, è stato tutto filmato dalle videocamere di sicurezza del bar, poi è scappato. Secondo gli inquirenti anche il figlio imprenditore ha premuto il grilletto di un’altra pistola. Scrive papà Mezzatesta: «Adesso voglio chiedere perdono alle famiglie dei due giovani che ho ucciso».

 

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