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Schiaffi all’asilo,
maestre davanti al gup

 Rinviata al 25 giugno l’udienza preliminare a carico delle sei maestre coinvolte nella vicenda, risalente al luglio di due anni fa, legata ai presunti maltrattamenti a un bimbo che frequentava l’asilo comunale di Mileto. A deciderlo ieri il gup Lucia Monaco a causa dell’assenza della dottoressa Gabriella Lupoli davanti alla quale l’udienza preliminare avrebbe dovuto svolgersi. Pertanto ritorneranno in Tribunale il 25 giugno prossimo le insegnanti Adriana Mangone, 50 anni (avv. Vincenzo Gennaro e avv. Giuseppe Rombolà), Elena Magliaro, 38 anni (avv. Antonio Crudo e avv. Salvatore Sorbilli) e Maria Teresa Spina, 57 anni (avv. Salvatore Fortunato Giordano), tutte e tre di Mileto. Davanti al gup anche Francesca De Liguori Cimino, 46 anni, di Francavilla Angitola (avv. Giovanni Marafioti e avv. Santino Gurzillo), nonché Maria Rosa Riso (avv. Nicola Riso) e Anna Maria Veneziani (avv. Gennaro), di Mileto. All’epoca nei confronti di queste ultime due maestre (Riso e Veneziani) il gip Cristina De Luca non ritenne di applicare alcuna misura cautelare, contrariamente alle altre insegnanti indagate nei confronti delle quali, per un certo periodo di tempo, furono disposti gli arresti domiciliari, revocati dopo qualche mese. Concorso in maltrattamenti l’accusa mossa nei confronti delle sei maestre indagate e per le quali la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio. La famiglia del bambino e tutte le parti offese sono invece rappresentate dall’avv. Giuseppe Di Renzo. Nel luglio del 2011 a fare scattare l’operazione – denominata in codice “Don Rodrigo” – era stata un’informazione confidenziale raccolta – nel mese di aprile – dai carabinieri della Stazione di Mileto su presunti maltrattamenti all’asilo comunale a un bambino – all’epoca di 5 anni – con sindrome Adhd (ipervivacità). Ai militari dell’Arma, infatti, venne recapitato, in forma anonima, un dvd contenente alcune immagini riprese con il telefonino. Da qui l’avvio delle indagini e il posizionamento, nei locali dell’asilo, di alcune telecamere che avrebbero filmato quanto nell’asilo avveniva. In pratica – secondo quanto emerso dalle indagini – le maestre per le quali furono disposti i domiciliari avrebbero vessato il bimbo colpendolo ripetutamente a schiaffi in diverse parti del corpo (capo, volto e sculacciate) o tenendo nei suoi confronti comportamenti definiti dagli inquirenti prevaricatori e psicologicamente violenti. Da quanto allora emerso, infatti, il bambino sarebbe stato bloccato con forza allo scopo di togliergli la tuta e impedirgli in tal modo di prendere parte alla lezione di calcio, nonché sarebbe stato costretto a sedersi su una sedia che era stata poco prima bagnata, oppure sarebbe stato rinchiuso in un ripostiglio al buio e spaventato con l’arrivo di un certo “Don Rodrigo” (da qui il nome dato all’operazione) che l’avrebbe punito per il suo comportamento indisciplinato. Le indagini sono state condotte dai carabinieri con l’ausilio del Ctu, prof. Giuseppe Orfanelli, esperto di psicologia infantile, il quale si era avvalso della consulenza del dott. Federico Mantile, neuropsichiatra infantile.

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