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Incendiata la porta di casa del fratello di Comità

S’è trattato forse di una rappresaglia? È stata forse una vendetta trasversale contro i congiunti del 26enne che giovedì 11 aprile ha ferito a pistolettate un pensionato 60enne durante una sparatoria davanti al Tribunale di Crotone? C’è anche questa inquietante ipotesi al vaglio degli investigatori della Squadra Mobile della Polizia di Stato che indagano sull’incendio doloso appiccato ieri notte al portone dell’abitazione dove vive la famiglia di Francesco Comità (38 anni), fratello di Vladimiro e figlio del 60enne Elio Comità, ambedue come è noto arrestati (il padre ha ottenuto poi i domiciliari), dopo la sparatoria di giovedì scorso nella quale è rimasto gravemente ferito Luigi Covelli di 60 anni che aveva dei dissidi con i Comità. A parte la parentela di Elio e Vladimiro Comità con Franceso Comità, al momento non c’è alcun altro elemento certo che colleghi la sparatoria di giovedi 11 su Corso Mazzini all’attentato incendiario di ieri notte in via Ucraina. Certo è che qui mezz’ora dopo la mezzanotte qualcuno ha dato alle fiamme una Lancia Y vecchio tipo di proprietà di Francesco Comità (l’auto era parcheggiata per la strada). Poi, gli ignoti incendiari, saliti al primo piano di una palazzina dove abita la famiglia di Francesco Comità (che non era in casa ma è fuori città), hanno ammassato del materiale infiammabile e collocato una bombola di gas accanto alla porta d’ingresso dell’appartamento ed hanno appiccato il fuoco. Fortuna ha voluto che qualcuno tra i residenti ha notato l’auto incendiata ed ha avvisato i Vigili del fuoco. Questi sono accorsi dal centro di Crotone e giunti in via Ucraina, non solo si sono trovati davanti l’auto incendiata, ma hanno anche notato il fumo che proveniva dall’interno dello stabile dove era stato dato fuoco al portoncino dell’appartamento dei Comità. Dentro l’abitazione quel momento stavano dormendo la 28enne moglie del padrone di casa ed i suoi tre figli rispettivamente, di 10, 6 e 3 anni. I Vigili del fuoco che hanno subito chiesto un’altra squadra di rinforzo hanno immediatamente compreso il pericolo che correvano gli occupanti dell’appartamento seminvaso dal fumo penetrato attraverso il portone incendiato. I pompieri hanno spostato la bombola di gas e sono entrati nell’abitazione svegliando la donna ed i bambini che hanno rischiato di morire intossicati dal fumo. I tre piccoli e la madre sono stati portati fuori all’aria e poi affidati alle cure dei sanitari del 118 nel frattempo giunti in via Ucraina insieme agli agenti della Squadra Volante della Polizia di Stato. La donna ed i suoi tre figli sono stati accompagnati in ospedale con un principio di intossicazione da fumo. Poi ieri sono stati dimessi. Hanno davvero corso un gran pericolo. Se nessuno avesse visto l’incendio, se i Vigili del fuoco fossero arrivati tardi e se fosse scoppiata la bombola di gas sarebbe potuta finire in tragedia. Sull’inquietante e gravissimo episodio indaga la Squadra mobile della Polizia di Stato. Si occupano della vicenda gli stessi investigatori che hanno arrestato Elio Comità e suo figlio Vladimiro dopo la sparatoria di giovedì scorso avvenuta in pieno centro, in mezzo al traffico di Corso Mazzini all’ora di punta. Anche in quella circostanza oltre al 60enne pensionato colpito dai proiettili esplosi da Vladimiro Comità altre persone sarebbero potute rimanere ferite. Un’altra analogia inquietante con quanto accaduto ieri notte nella palazzina al numero 12 di in via Ucraina dove una mano ignota ha utilizzato il fuoco contro una donna e dei bambini.

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