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Recuperati frammenti
architettonici e ceramici

L’obiettivo è quello di scoprire qualcosa in più sulla vita dell’an - tica Kroton e sull’importanza di questa poleis nel quadro politico della Grecia antica d’Occidente. Per il momento la campagna di scavi che si sta svolgendo sul sito di Capocolonna, attesa per circa due anni e finalmente partita questo inverno, ha portato alla luce un notevole numero di frammenti di ceramica comune e di elementi architettonici del tempo di Era Lacinia e, quindi, un bel po’ di ulteriori indicazioni sul fatto che gli studi non devono e non possono interrompersi qui. Dal punto di vista storico-artistico non è molto, è vero, ma si spera di riportare alla luce reperti interessanti proprio in questo percorso di studio. Gli archeologi che sono al lavoro in questi giorni, seguiti dalla direttrice del Parco Maria Grazia Aisa, hanno scavato nella zona della colonna ed è chiaramente visibile il fatto che sotto l’ultimo strato di terra è presente l’intero basamento dell’edificio sacro. Non è la prima volta che questo viene riportato alla luce, negli anni passati altre campagne di scavo sono state effettuate, ma in questo periodo le informazioni sul sito di Kroton si sono arricchite di elementi fondamentali, sia dal punto di vista storico che artistico, ecco perché era così importante tornare a scavare e a ricercare. La ceramica portata alla luce per il momento è stata ripulita e analizzata velocemente, sarà poi portata nel museo e studiata più attentamente. Da un primo sguardo sembra che si tratti di semplici cocci di vasi e altri oggetti, si presume votivi. Ma il lavoro che si sta portando avanti a Capocolonna non si esaurisce alla parte di studi e ricerca archeologica, perché in questi giorni sono in corso anche dei lavori per rendere il parco più fruibile. Il giardino è infatti in fase di completa pulizia: le palme colpite dal punteruolo rosso lo scorso anno sono state abbattute e le erbacce che avevano completamente coperto gli esemplari della flora mediterranea presenti sono state portate via: la vista dei visitatori può finalmente aprirsi ad un raggio più grande; non solo, ma la primavera regala ai turisti, che approfittando dei giorni di festa vi si recano, uno spettacolo di colori davvero unico. Per quanto riguarda la zona degli edifici di epoca greca, dall’ingresso del santuario fino alla zona dell’attuale chiesa, è stato abbassato il piano di calpestio e ora i basamenti di ciò che rimane dell’intero santuario sono molto più visibili, così come si possono notare con maggiore facilità le tecniche di costruzione utilizzate dai greci. Nessuna novità invece è ancora venuta fuori nella zona di epoca romana, quella invece adiacente all’attuale santuario della Madonna. Lì gli archeologi non hanno ancora messo mano, ma anche questa parte rientra nel progetto di scavo, finanziato dal Ministero per i beni culturali per due milioni e mezzo di euro, e che dovrebbe andare avanti per ancora un anno. La passeggiata tra i resti della civiltà greca sarà anche più sicura per tutti perché la passerella che attraversa il santuario è stata già messa a nuovo e risulta più solida e stabile di quella precedente che era stata realizzata nel 2004. Inoltre il percorso è molto più ampio e più lungo, tanto da consentire un maggiore avvicinamento alla colonna rispetto a quello che si poteva fare negli ultimi anni. Sperando che il rispetto per uno dei patrimoni più importanti di questa terra prevalga sempre. «Vogliamo dare ai visitatori più fiducia. Toglieremo la recinzione attuale e avvicineremo la passerella alla colonna, lasciando tra questa ed il pubblico soltanto una distanza di sicurezza», aveva anticipato ad inizio lavori la stessa direttrice Aisa. Inoltre saranno completamente rifatti i pannelli illustrativi, ormai completamente distrutti, mentre continua la ristrutturazione di casa Messina, nella parte esterna già quasi completata e in fase di ultimazione anche all’interno.

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