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Giampà, il clan in
mano a un ventenne

La cosca Giampà è finita nelle mani di un ventenne che al primo tentativo d’estorsione è stato arrestato dalla polizia. Questo l’epilogo di un clan che fino a un paio d’anni fa terrorizzava Lamezia Est con bombe e pallottole e che adesso farebbe arrossire anche il meno fantasioso scrittore di “crime story”. Gianluca Notarianni, 20 anni (nella foto a sx), e suo cugino Antonio Giampà di 41, sono stati presi con le mani nel sacco dalla Squadra mobile di Catanzaro. L’operazione coordinata dalla Dda si chiama “Insert coin”, perchè il giovanissimo boss inesperto dopo avere incassato un “no al pizzo” da un barista lametino, ha distrutto un paio di macchinette mangiasoldi. Poi ha tentato di estorcere il proprietario delle slot, ma nulla di fatto. Ora è accusato da 5 pentiti e da un barista che non vuole pagare.  A Gianluca sono servite poco le lezioni di suo papà Aldo Notarianni, condannato per ’ndrangheta e per un omicidio che lui stesso ha confessato.
Intanto è stata scarcerata Tiziana D’Agosto, uno dei tre avvocati finiti nell’ultima retata contro i Giampà, accusati di concorso esterno nell’associazione mafiosa. D’Agosto ha trascorso buona parte dell’estate nel carcere di Lecce. Prima di lei erano finiti ai domiciliari i suoi colleghi Giovanni Scaramuzzino e Giuseppe Lucchino, tutti sospesi dall’Ordine degli avvocati.

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