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Lo stabilimento Eni
resta al suo posto

  La Regione prende atto che l’assetto idrogeologico del territorio vibonese è sostanzialmente migliorato, programma ulteriori interventi per la messa in sicurezza dei torrenti che solcano il litorale e le cui esondazioni il 3 luglio 2006 provocarono morti e devastazioni, e salva, in via definitiva, lo stabilimento Eni di Vibo Marina. Si chiude, in sostanza, una stagione di tensioni tra le parti sociali ed i rappresentanti istituzionali. Il tavolo tecnico messo in piedi alcuni mesi fa alla Prefettura di Vibo Valentia, composto dai vertici della Protezione civile, dai rappresentanti dell’Autorità di bacino regionale (Abr) nonché dal Comune, dai commissari della Provincia e dai tecnici del Consorzio per lo sviluppo industriale di Vibo Valentia, ha offerto al governatore Scopelliti tutti gli strumenti tecnici operativi tesi a chiudere la complicata vicenda e disporre il superamento dell’ordinanza di protezione civile n. 61 dell’8 luglio 2008 con la quale veniva disposta la delocalizzazione dello stabilimento Eni e di tutte quelle aziende a rischio alluvione. Una direttiva che per carenza di fondi non è stata mai eseguita e solo grazie alle proroghe temporanee lo stabilimento ha potuto continuare a operare garantendo i livelli occupazionali (25 unità) e nello stesso tempo consentendo alla Regione di continuare ad incassare 30 milioni di euro all’anno relative alle accise.

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