Pauroso incendio riduce in cenere un’azienda agricola. Ingenti i danni. Tutto è successo nella tarda serata di giovedì. Alte lingue di fuoco rischiarano l’abitato del centro del Vibonese per tutta la notte. I mezzi dei vigili del fuoco e dei carabinieri puntano a sirene spiegate verso contrada “Madonnella”. Il loro intervento, per quanto tempestivo, non impedisce che le fiamme che s’alzano verso il cielo travolgano ogni cosa. Dopo alcune ore di lavoro, il rogo si placa e si cominciano a valutare i danni: tre capannoni distrutti, 25 mucche e alcuni maiali carbonizzati, 250 balle di fieno bruciate. In fiamme anche camion, trattori, attrezzi agricoli. Di quella che era una delle più fiorenti aziende del comprensorio limbadese rimangono soltanto cenere e fumo. Complessivamente i danni pare si aggirino attorno a 500mila euro. A piangere sui sacrifici di una vita polverizzati dal violento incendio sono i fratelli Pietro Contartese, 49 anni, e la sorella Antonella, di 44. Davanti ai loro occhi rossi di pianto e fumo c’è lo spettacolo sconvolgente del loro piccolo “impero” crollato improvvisamente. Sulle cause dell'incendio vige il silenzio più assoluto degli inquirenti. Le indagini sono in corso, ma il rogo, alimentato da tre diversi punti di fuoco, potrebbe essere d’origine dolosa. La Procura, intanto, ha disposto il sequestro dell’ area occupata dall’azienda che si estende per circa mille metri quadri. La ricostruzione dei fatti non dà spazio a fantasie. Intorno alle 21 di giovedì, improvvisamente nella zona sud dell’abitato limbadese si alzano nuvole di fumo. Ad accorgersene sono residenti e automobilisti che percorrono la Provinciale verso San Calogero. L’allarme è immediato. In contrada “Madonnella” dopo pochi minuti si fionda una pattuglia dei carabinieri della locale caserma guidata dal maresciallo Giuseppe Scialla. I militari s’adopera - no per mettere in sicurezza la zona. Dal comando provinciale dei vigili del fuoco di Vibo Valentia partono in rapida sequenza tre autobotti. Una ventina di uomini che entrano immediatamente in azione sfidando le fiamme nel tentativo di salvare il salvabile. Cioè, quasi nulla. I tetti dei capannoni crollano uno dopo l'altro. Qualche animale viene tratto in salvo. Per altri 25 non c'è nulla da fare. Vigili e carabinieri li trovano nella stalla adagiati per terra e col ventre squarciato dal calore. L’acre odore di bruciato impregna l’aria per tutta la notte. Quando le prime luci dell’alba di ieri s’accendono sulla zona del disastro, lo spettacolo è desolante. Attorno a vigili, carabinieri e volontari c'è solo distruzione. Per tutta la giornata di ieri il maresciallo Scialla ed i suoi uomini hanno ispezionato la zona interessata dal rogo alla ricerca di ogni elemento utile a far luce sul brutto episodio.
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