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Fallimento nel mirino
della Procura

  Muove nuovi passi l’i n c h i esta della Procura sul “caso Ambiente & Servizi”, la società partecipata del Comune dichiarata fallita ormai due anni fa. Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza ha bussato alle porte di Palazzo De Nobili per acquisire documenti in vari uffici: nel mirino degli inquirenti la gestione economica della società negli ultimi anni di “v ita”. E sarebbero stati iscritti anche alcuni nomi sul registro degli indagati con ipotesi di reato di natura fallimentare; i relativi avvisi di garanzia sarebbero stati notificati contestualmente alla nuova acquisizione di atti, ma i dettagli dell’indagine sono coperti da un rigoroso top secret. Nel fascicolo sarebbero già confluite almeno dieci diverse denunce presentate da altrettanti creditori che lamentavano il mancato pagamento di beni e servizi forniti all’ex società partecipata del Comune. Tuttavia il raggio d’azione degli inquirenti sarebbe molto più ampio: accertamenti e verifiche sarebbero stati disposti da parte della Procura della Repubblica anche sul fronte delle consulenze affidate a tecnici e professionisti esterni nel corso degli ultimi anni nei quali l’ex partecipata è stata perfettamente operativa gestendo servizi pubblici con la supervisione dell’a mministrazione comunale. A ottobre del 2012 le conclusioni del Tribunale che ha sentenziato il fallimento di Ambiente & Servizi sono state perentorie: «La situazione rappresentata è tale da fare ragionevolmente inferire che la prosecuzione della liquidazione, piuttosto che arrecare vantaggi ai creditori, comporterebbe un ulteriore significativo peggioramento della situazione di dissesto già in atto. In definitiva, la necessità di tutelare la par condicio creditorum attraverso la procedura concorsuale impone - nella ricorrenza dei presupposti di legge - la dichiarazione di fallimento della società debitrice ». Il fallimento è stato dichiarato sulla base di tre ricorsi presentati da altrettanti creditori. E nelle motivazioni della sentenza si leggeva tra l’altro, quanto alla sussistenza, nel caso concreto, dei presupposti per la dichiarazione di fallimento, che «la società debitrice non ha sollevato alcuna contestazione in ordine alla ricorrenza dal requisito soggettivo richiesto dalla legge per l’assoggettamento a fallimento e non ha fornito la dimostrazione del possesso dei parametri dimensionali di non fallibilità che, al contrario, risultano positivamente riscontrati sulla base degli elementi emersi dalla documentazione agli atti dell’ufficio».

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