Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Campanella sempre più a picco, Falzea lascia

 Scivola ancor più verso l’indeterminatezza la condizione economica e gestionale della Fondazione Campanella. Dopo cinque anni alla guida del centro oncologico, ieri con protocollo n. 1957 il presidente Paolo Falzea ha annunciato le sue dimissioni «con efficacia immediata ed irrevocabile» al rettore Aldo Quattrone, al governatore Mario Oliverio e al prefetto Luisa Latella, demandando la gestione dell’ente alla temporanea nomina da parte del socio regionale di un commissario o all’affidamento dell’incarico «a un gerente in virtù di un più intenso rapporto fiduciario» in attesa della designazione del commissario liquidatore che avrà luogo il 31 marzo in base alle determinazioni assunte dal Tribunale. Falzea getta così la spugna e in un sol colpo rimettendo il mandato nelle mani dei soci fondatori si scrolla di dosso le responsabilità che gli sono rimaste in capo da quando la richiesta della Procura, prima, e il decreto di estinzione, poi, sono intervenuti facendo precipitare la già precaria condizione della struttura oncologica. «Non è possibile adottare provvedimenti che vadano nella direzione di assunzioni di nuovi impegni di spesa – ha spiegato Falzea – in questa delicatissima fase di liquidazione e con in mano la sola gestione dell’ordinaria amministrazione». Troppe responsabilità e troppi rischi che adesso l’ex presidente rispedisce direttamente alla Regione. La determinazione è stata assunta da Falzea dopo l’ennesimo diniego opposto dal socio regionale alla richiesta inoltrata con nota del 6 marzo e in cui si esigeva che i costi sostenuti per l’erogazione delle prestazioni sanitarie le quali si era convenuto di continuare a fornire ai pazienti oncologici nell’ultimo incontro presso il dipartimento Tutela della Salute fossero a carico del sistema sanitario regionale e della Regione. In quell’occasione la stessa struttura commissariale aveva acconsentito ad anticipare il costo dei farmaci e dei presidi sanitari per permettere la continuità delle attività della Fondazione attingendo dalle scorte dell’azienda ospedaliera Pugliese «ma questa misura – si legge nella lettera di dimissioni –non garantisce rispetto al rischio di esporre la Fondazione alla sopportazione di perdite in questo periodo. Ed infatti, per un verso il costo dei farmaci resta un debito della Fondazione da scontare sui corrispettivi delle prestazioni, per altro verso il mantenimento del servizio comporta anche costi ulteriori (luce, riscaldamento, pulizie). D’altra parte la Regione non ha ancora determinato la misura del compenso (cosiddetto pac) delle prestazioni relative alla somministrazione di farmaci antiblastici, la quale deve essere erogata in regime ambulatoriale. Alla luce di quanto sopra, non ritengo legittima la pretesa della Regione di accollare all’amministrazione della Fondazione in regime di prorogatio la responsabilità che al contrario l’Ente pubblico non intende assumere».

Caricamento commenti

Commenta la notizia