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Arresti omicidio boss
decisivo racconto
di un pentito

Il racconto del collaboratore di giustizia Adolfo Foggetti è stato decisivo per ricostruire l'omicidio di Luca Bruni, il presunto boss della 'ndrangheta cosentina scomparso il 3 gennaio 2012 ed il cui cadavere è stato trovato recentemente. Foggetti, che partecipò all'omicidio, ha raccontato ai magistrati della Dda di Catanzaro tutti i particolari relativi agli autori dell'omicidio ed al movente. Le dichiarazioni del pentito hanno portato stamane all'arresto di Maurizio Rango e Franco Bruzzese, accusati del delitto.
Foggetti ha permesso anche di far ritrovare il cadavere che era stato sepolto nel luogo dell'agguato dove fu ucciso Bruni.
All'omicidio parteciparono lo stesso Foggetti e Daniele Lamanna, di 41 anni, attualmente ricercato per l'omicidio di Bruni e per altri reati. Dopo l'omicidio Rago nascose il cadavere della vittima e ripulì le due pistole utilizzate per l'omicidio.
All'origine dell'omicidio c'era una intercettazione ambientale che gli esponenti della cosca degli zingari interpretarono come la volontà di Bruni di diventare collaboratore di giustizia.
Ipotesi che, però, non è stata mai confermata dai fatti tanto che il boss voleva entrare nella divisione dei proventi delle estorsioni. La cosca degli zingari, inoltre, riteneva Bruni un ostacolo per i nuovi assetti criminali della 'ndrangheta di Cosenza.
I particolari delle indagini sono state rese note dal Procuratore aggiunto di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, dal Comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza, col. Giuseppe Brancati, e dal dirigente della squadra mobile, Giuseppe Zanfini.
"L'apporto collaborativo di Foggetti - ha detto Bombardieri - è stato importante per ricostruire questo omicidio ma anche per ridisegnare gli assetti criminali cosentini. Negli anni scorsi il Gip non aveva fornito l'ordinanza che invece è stata emessa adesso dopo il ritrovamento del cadavere e le dichiarazioni del pentito". Per il col.Brancati si tratta di un "risultato importante perché mette un sigillo alle nostre attività investigative. Bruni era un personaggio scomodo e per questo motivo fu ucciso dai suoi stessi uomini che poi sono passati con le altre cosche". Il dirigente della squadra mobile ha ricordato che "l'omicidio fu studiato per mesi con riunioni e incontri.
Furono programmati tutti i dettagli con riunioni continue".
(ANSA).

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