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Compravendita di esami, condannati due vibonesi

L’inchiesta ribattezzata “Campus” creò uno spaccato inquietante dell’Università di Messina. Mise infatti in mostra quel lato oscuro che tornò a riaffacciarsi con prepotenza. Come se non bastassero le numerose inchieste giudiziarie che, a partire da “Aula magna” e proseguendo con “Panta rei”, in tempi passati accesero i riflettori su condizionamenti esterni. La “Campus” infatti tratta di agevolazioni nell’accesso alle facoltà a numero chiuso, di esami superati senza faticare troppo. In base alle indagini della Dia, l’influenza delle ’ndrine calabresi in molte facoltà della città dello Stretto sarebbe stata ancora fortissima. Una morsa soffocante. Al vertice del sodalizio criminale venne individuato Domenico Antonio Montagnese, nato a Fabrizia, in provincia di Vibo Valentia, ma residente in riva allo Stretto. Lui che ieri si è visto infliggere la pena maggiore: 10 anni e mezzo per usura, tentata estorsione e millantato credito.

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