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Ecco la deposizione
del boss Giampà

 LAMEZIA TERME 

Voto di scambio e liste inquinate. Nella città con due scioglimenti del Comune per mafia queste parole fanno tremare il mondo della politica. Soprattutto dopo che Franco Fazio, candidato nella lista del Nuovo Cdu, è stato arrestato per narcotraffico internazionale nell'operazione "Columbus" della Dda di Reggio Calabria in collaborazione con l'Fbi. 

  Ma chi meglio di Giuseppe Giampà sa come sono i rapporti 'ndrangheta-politica? Il  boss della cosca di Via del Progresso fondata dal padre Francesco Giampà “il Professore”, in galera per omicidio nel carcere di Bologna, ha raccontato i rapporti tra ‘ndrangheta e politica. L’ha fatto in videoconferenza, dal  luogo segreto dove si nasconde il collaboratore di giustizia, nell’aula del Tribunale lametino. Era il 3 febbraio scorso, in udienza pubblica.     

Quella che pubblichiamo è la  trascrizione integrale della deposizione del boss, per la parte che riguarda il rapporto mafia-politica a Lamezia Terme. Il presidente del Tribunale è Carlo Fontanazza, il pubblico ministero (PM) è il sostituto procuratore antimafia di Catanzaro Elio Romano. Per “Giampà” s’intende Giuseppe Giampà, 35 anni, che reggeva la cosca fino al 2012. 

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P.M. - Allora, le volevo anche chiedere se, sempre

nell'ambito di questo suo ruolo verticistico

nell'ambito della cosca Giampà, ha avuto anche modo di

intrattenere rapporti con il mondo della politica.


GIAMPA' - Sì, c'erano... purtroppo, camminano a

braccetto, diciamo 'ndrangheta, mafia, come

qualsivoglia organizzazione della politica. In una

maniera o in un'altra, quando c'è il periodo delle

elezioni è sempre la solita minestra, di ogni volta che

ci sono le elezioni.


P.M. - Cioè, che cosa succedeva?


GIAMPA' - E praticamente, facevano a gara chi veniva a

destra e a sinistra, per chiedere voti. Siccome, però,

io ero un tipo che non è che tanto mi piaceva questo

fatto politico, e quindi venivano venti persone a casa,

chi voleva il voto a destra e chi a sinistra.


P.M. - E, ad esempio, chi è che veniva?


 GIAMPA' - Eh... veniva, aspettate un attimo, che

faccio mente locale. Gli ultimi periodi?


P.M. - Sì, o comunque, diciamo a prescindere da chi veniva,

se ricorda qualche episodio particolare dell'ultimo

periodo, in cui è avvenuto questo contatto con

personaggi della politica.


GIAMPA' - Vabbè, c'è stato un fatto più a livello

regionale, c'era il fatto di Piero Aiello (senatore di Ncd e imputatato di voto di scambio, ndr).


P.M. - E, che cosa è successo, in quella occasione?


GIAMPA' - In quella occasione, tramite l'avvocato

Scaramuzzino Checco... (Giovanni "Chicco" Scaramuzzino, avvocato e imputato di concorso esterno in associazione mafiosa, ndr).


AVV. DIFESA GUALTIERI - Presidente, c'è opposizione,

ovviamente.


PRESIDENTE - Sì, prego. È lo stesso discorso della volta

scorsa.


P.M. - E no, perché la domanda è a livello associativo,

Presidente, quindi non ci può essere nessuna...


PRESIDENTE - Lo so, però lo abbiamo già risolto insomma con

ordinanza.


P.M. - La domanda è stata fatta proprio in questi termini

qua, non è che gli ho chiesto specificamente del capo

di imputazione. Gli ho chiesto se, nell'ambito del suo

ruolo verticistico nella cosca Giampà, ha avuto

rapporti con la politica. Purtroppo...


PRESIDENTE - Sì, lei risponda.

P.M. - L'episodio narrato è quello, e quindi chiaramente il

collaboratore si sta riferendo a quello.


PRESIDENTE - Sì. Perfetto.


AVV. DIFESA GUALTIERI - Ma, non può riferire sulla

circostanza.


PRESIDENTE - Come?


P.M. - E chi lo ha detto che non può riferire?


PRESIDENTE - No, mi fa notare il Pubblico Ministero che, una

cosa è la domanda diretta, una cosa è una domanda

aperta, in ambito associativo, in cui poi il testimone

risponde.


AVV. DIFESA GUALTIERI - Va bene. In ogni caso, io formalizzo

l'opposizione.


PRESIDENTE - L'opposizione c'è stata, certo avvocato.


AVV. DIFESA GUALTIERI - Proprio in virtù dell'ordinanza, che

lo stesso...


PRESIDENTE - Certo. Il pubblico ministero non può fare

domande sulla posizione del suo assistito, in relazione

alla cosa. Ma, la domanda... è chiaro.


P.M. - Cioè, praticamente, è come se fosse una opposizione

alla risposta, non alla domanda.


PRESIDENTE - È chiaro, è chiaro. Signor Giampà può

continuare, rispetto a quello che le ha chiesto il

Pubblico Ministero, e cioè se ricorda casi particolari,

in cui lei ha detto alcuni politici chiedevano, credo

per i voti, l'ausilio suo?


GIAMPA' - Sì, sì.


PRESIDENTE - Prego.


GIAMPA' - Niente. Praticamente, diciamo quello più

importante è stato il fatto che mi fece chiamare

l'avvocato Checco Scaramuzzino, dicendomi che c'era un

amico del padre che si stava presentando alle

regionali, e volevano un sostegno su Lamezia, e che era

un amico che se ci si poteva trattare, che era un amico

di famiglia per lui e per il padre. E voleva diciamo lo

sostenevamo pure noi. E gli ho detto io: "Chisso, se è

un amico tuo, è un amico nostro". Dopo di che,

praticamente, fissammo un paio di incontri, e alla

presenza pure del padre. C'era Maurizio Molinaro,

l'avvocato Chicco, c'era Saverio Cappello (Molinaro e Cappello sono organici alla cosca, imputati di associazione mafiosa e omicidio, ndr).


AVV. DIFESA PAGLIUSO - Presidente, chiedo scusa, lo faccio

con riguardo ovviamente al fatto singolo, perché non mi

vede interessato, e quindi non avrei legittimazione.


PRESIDENTE - Prego.


AVV. DIFESA PAGLIUSO - Ma, poiché alla scorsa udienza il

Tribunale ha emesso una ordinanza, segnando i limiti

che valgono per questo e per tutte le altre posizioni

di cui stiamo discutendo.


PRESIDENTE - Certo.


AVV. DIFESA PAGLIUSO - Allora, comprendo la logica di dire

quali sono i rapporti tra il clan e la politica, va

bene che si dica "sono passati tramite queste persone",

il riferimento al singolo episodio mi sembra non solo

ultroneo, ma in contrasto con il contenuto

dell'ordinanza emessa dal Tribunale. Questo, lo dico

diciamo come mozione d'ordine, con riguardo ad una

posizione che non mi riguarda, e su cui non avrei

legittimazione, ma per come dire a futura memoria.


PRESIDENTE - In via preventiva.


AVV. DIFESA PAGLIUSO - Esattamente, rispetto alle posizioni

degli altri, che io rappresento.


PRESIDENTE - Allora, premesso che il Pubblico Ministero ha

già chiesto di valutare anticipatamente l'assoluta

necessità, ai fini della decisione, e lo vedremo dopo;

una volta che il testimone mi risponde, certo non è che

insistiamo più di tanto.


AVV. DIFESA PAGLIUSO - Fuori microfono. L'episodio lo

possiamo evitare, insomma. Ecco.


PRESIDENTE - Sì, lui non lo sa, il testimone non lo sa. Lui

risponde quello che gli viene in mente, ovviamente.


AVV. DIFESA PAGLIUSO - Fuori microfono. Certo.


PRESIDENTE - Altri episodi di questo genere, lei se li

ricorda? Giusto, per tornare alla domanda del P.M.


GIAMPA' - Non ho capito, signor Giudice.


PRESIDENTE - Cioè, di queste richieste di aiuto elettorale.


GIAMPA' - Non ho capito. Se riferito a questo discorso

qua, posso rispondere?


PRESIDENTE - Dico, altri episodi, oltre a questo che lei ha

iniziato a raccontare, se li ricorda?


 GIAMPA' - Erano discorsi, sì, più... come si dice,

comunali. Roba, diciamo, che non mi interessava più di

tanto.


PRESIDENTE - Va bene. Scusi, la domanda sempre in generale,

poi passo di nuovo la parola al Pubblico Ministero. Ma,

lei ha detto che i politici venivano, anche se poi, ma

in sostanza come funzionava, cioè voi gli dicevate:

"sì, io ti dò i voti, li faccio votare, però poi tu

devi dare in cambio", cosa?


GIAMPA' - Allora, praticamente, io per la politica,

signor Giudice, ve lo ripeto, non ...


PRESIDENTE - No, se è capitato.


GIAMPA' - No, siccome vi spiego perché non mi

interessa. Siccome è una cosa, diciamo, senza entrare

nel particolare, che non... non mi convinceva. Diciamo,

per non creare ulteriori danni alla comunità lametina,

ho cercato sempre di svincolarmi.


PRESIDENTE - Sì.


GIAMPA' - Perché c'era (incomprensibile) e un amico di mio zio

Vincenzo, e voleva aiutato (Vincenzo Bonaddio, condannato per associazione mafiosa e genero del boss Francesco Giampà, ndr) poi, c'era Pino Cerra, un

altro amico, e voleva aiutato; c'era Amatrova e voleva

aiutato; c'era ... ce ne erano altri, ora non me li

ricordo.


PRESIDENTE - Sì.


GIAMPA' - Ce ne erano altri, signor Giudice. E ognuno

voleva aiutato, e prometteva quello dentro il Comune,

"faccio per gli appalti, per quello, per quel altro",

tutte chiacchiere che poi in finale, diciamo, è una

cosa regionale che vede i risultati, questi comunali

per la forza diciamo abbastanza importante, è

importante per comandare nel comune, poi. Un pinco

pallino, che si vuole candidare...


PRESIDENTE - Scusi, se ho capito bene. Se riesce ad

allontanarsi dal microfono, è ancora meglio. Quindi, a

voi non interessava avere un referente politico


GIAMPA' - No.


PRESIDENTE - Cioè, erano favori che facevate, perché uno

portava uno e uno portava l'altro?


GIAMPA' - Personalmente, a me non interessava, avevo

altri pensieri per la testa, non avevo pensieri.


PRESIDENTE - Bene. Prego, scusi l'interruzione ancora, ma è

per chiarezza. Poi, ci torniamo ovviamente in sede di

approfondimento istruttorio, per carità.


GIAMPA' - Sì.


PRESIDENTE - Prego.


P.M. - Proprio per diciamo nel solco di questa ultima

domanda, fatta da lei Presidente, devo per forza

ritornare all'episodio di cui stava parlando quando è

stato interrotto, perché in quel caso forse un

interesse Giampà ce lo aveva.


PRESIDENTE - E non lo so.


P.M. - Eh sì.


GIAMPA' - Certo.


PRESIDENTE - Glielo chiediamo.


P.M. - Sì.


PRESIDENTE - Glielo chiediamo.


P.M. - Nel caso del ...


PRESIDENTE - Signor Giampà, mi scusi, gliela faccio io la

domanda, ovviamente la Difesa ha già mostrato, per il

verbale, il fatto che non sarebbe ammissibile come

contraddittorio pieno. Lei ha parlato spontaneamente,

più o meno, di questo episodio dell'avvocato

Scaramuzzino, giusto per dirlo.

Voce fuori microfono.


 GIAMPA' - Sì.


PRESIDENTE - E poi, a mia domanda, ha detto che non aveva

grande interesse, lei personalmente, a legarsi ad una

parte politica.


GIAMPA' - No, a livello comunale parlo io.


PRESIDENTE - Livello?


GIAMPA' - Comunale.


PRESIDENTE - Comunale.


GIAMPA' - Comunale.


PRESIDENTE - E, invece?


 GIAMPA' - Invece, provinciale mi interessava.


PRESIDENTE - Perché?


 GIAMPA' - Perché c'erano cose più grosse nel mezzo,

c'era questo Aiello che era Assessore alla sanità.


PRESIDENTE - Scusi, non ho sentito, se me lo dice

allontanandosi dal microfono. C'era?


GIAMPA' - Praticamente, questo Aiello era dentro la

sanità.


PRESIDENTE - Chi era dentro la sanità?


GIAMPA' - Aiello.


PRESIDENTE - Prego.


 GIAMPA' - Praticamente, siccome io avevo una ditta, un

ingrosso di distribuzione alimentare, queste cose qua,

mi serviva, avevo fatto un accordo che se gli davo la

mano a questo Aiello, lui mi faceva prendere gli

appalti negli ospedali, nelle cliniche, dove aveva

influenza. Questo riguardava me, c'era Molinaro che

aveva una ditta di spedizioni, ed era la stessa cosa.

C'era Cappello che aveva una ditta di toner e queste

cose qua a livello di computer, stampanti, e c'era pure

il suo interesse. Sapete, ognuno di noi avevamo

interesse per appoggiarlo politicamente.


PRESIDENTE - Bene. Chiarissimo. Facciamo un'altra domanda,

Pubblico Ministero.


GIAMPA' - Signor Giudice, quando è possibile, due

minuti per problemi fisiologici.


PRESIDENTE - Vuole fare una pausa. Allora, se vogliamo, la

facciamo tutta adesso la pausa.

Si dispone una breve sospensione della udienza.

Il Tribunale rientra in aula, e si prosegue come di seguito.


PRESIDENTE - Riverifichiamo il collegamento col il sito

riservato e con il signor Giampà Giuseppe. Mi sembra

che ci siete tutti. Mi sentite?


CANCELLIERE - Sì, signor Presidente, sono il cancelliere, la

sentiamo e c'è Giampà Giuseppe.


PRESIDENTE - Bene, bene, vedo anche il suo difensore.

Possiamo riprendere l'esame, prego Pubblico Ministero.

P.M. - Allora signor Giampà, oltre all'episodio che avete

citato, potete riferire al Tribunale quali altri

contatti avete avuto col mondo, diciamo dei personaggi

politici?


GIAMPÀ - Praticamente, l'ho detto, nelle campagne

elettorali con Vello Antonio, Della Gama, con Giuseppe

Cerra, con Lucchino Giuseppe (avvocato di Lamezia imputato di concorso esterno in associazione mafiosa, ndr), l'avvocato, con

Amatruda...


P.M. - E in particolare con Lucchino che cosa successe?


GIAMPÀ - Con Lucchino, praticamente, c'era Lucchino

che... era l'ultima settimana delle votazioni e io gli

dissi, gli suggerii... gli ho suggerito che se voleva

raccogliere qualche voto, per non fare brutta figura,

di comparsi i voti dagli zingari. Siccome c'era Trovato

che aveva buoni rapporti...


P.M. - Trovato chi?


GIAMPÀ - Franco Trovato... Franco.


P.M. - Sì.


GIAMPÀ - Lo portai da Trovato Franco (titolare di un'autocarrozzeria a Lamezia e imputato di associazione mafiosa, ndr) e si misero

d'accordo per la compravendita dei voti. E se non

ricordo male, gli diede 10, 15 mila euro e dopodiché,

praticamente, erano rimasti che si comprava 'sti voti

degli zingari.


P.M. - Sì.


GIAMPÀ - Però poi, a finale, quando ci sono strati gli

scrutini, si è visto che non aveva mantenuto fede alle

promesse, diciamo, e ai soldi che aveva ricevuto. Si

lamentò con me l'Avvocato Lucchino e dopodiché gli

dissi a Franco: "Franco, insomma, gli hai fregato i

soldi?". Dice, mi ha detto: "Va beh, non ti

preoccupare, glieli faccio recuperare" e poi gli fece

un'assicurazione alla classe A, classe B, se non

ricordo male, e gli fece recuperare intorno a 10 mila

euro. E l'hanno chiusa così, diciamo, 'st'operazione.

P.M. - Cioè, "gli fece un'assicurazione", che significa?


 GIAMPÀ - Una simulata, no? Gli ha fatto recuperare

'sti soldi su una macchina che aveva intestata, se non

ricordo male, alla moglie di Lucchino Giuseppe, no? Gli

ha fatto una simulazione, e gli ha fatto recuperare i

soldi che aveva perso per i voti.


P.M. - E le risulta se anche suo cugino e suo zio erano

attivi, diciamo, in campo politico, tra virgolette? Suo

cugino Pasquale...


GIAMPÀ - Sì, sì, pure loro.


P.M. - (voci sovrapposte) (incomprensibile) Buonadio Vincenzo...


GIAMPÀ - Sì, mio zio Vincenzo, diciamo, portava,

l'ultimo periodo, a (incomprensibile) Della Gama, no? Che aveva

rapporti di amicizia, diciamo, di interessi, e in più

lo portava in campagna elettorale. Mio cugino Pasquale,

pure si impegnava, diciamo, per le vicende politiche.

Una volta, mi ricordo, 2005 - 2006, vennero... della

gente legata a Grande Aracri, di Cutro (Nicolino Grande Aracri, boss di Cutro, in provincia di Crotone, ndr), portarono una

politica una donna e gli diede intorno a 50 mila euro

per fare le votazioni. Poi portarono anche, tramite

Franco Trovato, a Tiziana D'Agosto (avvocato di Lamezia imputato di concorso esterno in associazione mafiosa, ndr), quando si presentò

alle elezioni, sempre sostenuta da mio cugino Pasquale.

E poi altri, poi... altre persone. Mo queste mi vengono

in mente, diciamo, più...

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