La frana che il 14 febbraio 2010 si verificò a Maierato, in Calabria, venne provocata dalla mancata gestione del depuratore a servizio della zona industriale e dall'illecito smaltimento di reflui inquinanti.
Sono le conclusioni di un'indagine dei carabinieri, coordinata dalla Procura di Vibo Valentia, che ha portato all'emissione di otto avvisi di garanzia nei confronti di funzionari comunali e provinciali e di imprenditori. Ipotizzati i reati di disastro colposo e ambientale.
Le persone indagatenell'inchiesta della Procura della Repubblica di Vibo sullecause dell'imponente movimento franoso avvenuto a Maierato ilpomeriggio del 15 febbraio del 2010, sono Silvano Fiorillo, di45 anni, di Vibo Valentia, titolare dell'azienda Martens srlattiva nel capo della produzione di saponi; Domenico AntonioBilotta (81), legale rappresentante della Vetromed spa che sioccupa della lavorazione del vetro; Carmine Sardanelli (77),titolare della ditta Intertonno srl che si occupadell'inscatolamento del tonno; Giacinto Callipo (41), di Pizzo,titolare della Vercall che si occupa della verniciatura diprofilati in alluminio. Indagati anche Giorgio Aldo Cinquegrana, di 58 anni,responsabile del servizio Urbanistica e Ambiente del Comune diMaierato; Filippo Silvio Silvaggio (62), responsabiledell'Ufficio tecnico del comune di Maierato (settoreurbanistica); Gianfranco Comito (57), di Vibo, dirigente dellaProvincia, settore "Difesa del suolo, rilevamento e disciplina econtrollo degli scarichi delle acque e Francesco De Fina (64),di Sant'Onofrio, dirigente della Provincia con le stessemansioni di Comito. (ANSA)
Caricamento commenti
Commenta la notizia