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Truffe, giovedì i sei indagati dal gip

 Sono in programma per giovedì mattina (1 ottobre), davanti al gip Anna Rombolà, gli interrogatori di garanzia nei confronti dei sei indagati coinvolti nell’operazione “Phishing”. Inchiesta che, condotta dai carabinieri della Compagnia e da quelli della Stazione di Vibo Marinai quali sul finire del 2014 hanno avviato le indagini, ha portato all’emissione di sei ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari, su proposta del procuratore Mario Spagnuolo. Provvedimento che, in particolare, ha colpito Antonio Abate, 37 anni della frazione Longobardi. L’uomo (difeso dall’avvocato Salvatore Sorbilli), è ritenuto il promotore della presunta associazione dedita alle truffe on line. Ai domiciliari anche Rocco Foti, 33 anni di Vibo Marina, il padre Rosario di 53 e Samantha Travaglia, 23 anni, originaria di Stefanaconi ma domiciliata a Vibo Marina, tutti difesi dall’a vvocato Sorbilli. Ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari anche per Rocco Visciglia, 40 anni, di Acquaro (avvocato Nazzareno Latassa) e Vincenzo Melluso, 40 anni, del capoluogo (avvocato Demetrio Procopio). Associazione per delinquere, falso e truffa i reati a vario titolo contestati agli indagati. Secondo quanto emerso dall’inchiesta il gruppo sarebbe stato infallibile nelle truffe attraverso false vendite on line. Vere e proprie “s ole” appioppate in lungo e in largo sul territorio nazionale. In pratica il marchingegno era stato messo in piedi da una vera e propria organizzazione con base operativa a Vibo Marina e Longobardi “specialista” nella vendita fasulla di strumenti musicali e telefonini proposti con annunci su alcuni siti internet. Il tutto a prezzi stracciati allo scopo di fare abboccare gli acquirenti. Un sistema che avrebbe fruttato ai presunti truffatori svariate migliaia di euro fino a quando i carabinieri del comando provinciale di Vibo Valentia, in collaborazione con i militari della compagnia e della stazione di Vibo Marina non sono riusciti a sgominare l’intero gruppo. Circa una trentina gli episodi di truffa contestati agli indagati e altri di tentata truffa. Per venire a capo della complessa operazione di “marketing on line” i carabinieri della Compagnia e della Stazione di Vibo Marina hanno incrociato i dati relativi alle denunce sporte a livello locale con quelli riferiti ad altre denunce presentate ai carabinieri di mezza Italia. Nell’ambito dell’inchiesta, inoltre, è emerso un gruppetto di altri clienti gabbati dai vibonesi che non hanno inteso sporgere denuncia. E nei colloqui con i vari acquirenti i venditori di articoli fantasma sarebbero stati al quanto convincenti. Emblematiche a tal riguardo le parole che avrebbe pronunciato Rocco Foti nel corso di un colloquio telefonico con il padre di una giovane di Fano interessata all’acquisto on line di un IPhone 6 a prezzo vantaggioso in cambio del suo Galaxy e di 150 euro. Alle perplessità dell’uomo sulle modalità da seguire per il “baratto” (che poi non si fece) e sul fatto che non conoscesse il suo interlocutore, Foti avrebbe risposto: «Voi siete una persona corretta e io sono una persona corretta...io come lo spedisco mando il numero di tracking già sapete dov’è il telefono...»

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