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Perchè è stato assolto il factotum del boss

Perchè è stato assolto il factotum del boss

«Non risulta provata la penale responsabilità dell'imputato in ordine alla contestazione associativa». È quanto scrive il giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro, Giuseppe Perri, nelle motivazioni della sentenza del processo “Perseo”, riferendosi all’imputato Emiliano Fozza. Il giovane, che ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato, è stato assolto «per non aver commesso il fatto». Per il lui pubblico ministero Elio Romano aveva chiesto una condanna a 13 anni e quattro mesi di reclusione. Fozza viene indicato dai pentiti quale stretto collaboratore del boss Giuseppe Giampà, attivo nel settore del traffico di sostanze stupefacenti, smistate e spacciate sul territorio lametino per conto del capo clan. I collaboratori di giustizia lo indicano come il factotum del boss, l’autista e soprattutto l'uomo di fiducia del figlio del “Professore”. Dichiarazioni, quelle dei pentiti, che però non sono state sufficienti per dimostrare che Fozza facesse effettivamente parte dell’associazione mafiosa. Lo stesso Gup parla «dell'inattendibilità» delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Dei 40 imputati che hanno scelto il rito abbreviato, ben 26 sono stati assolti con formula piena, proprio perchè le accuse a loro mosse erano fondate su dichiarazioni dei pentiti. Dichiarazioni che a volte sono risultate contrastanti tra loro.

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