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'Ndrangheta in Umbria, 12 scarcerati

carcere

Crotone - Niente più custodia in carcere per decorrenza termini. Da ieri sono liberi, dieci cirotani, un crotonese ed un albanese, indagati a Perugia nell’inchiesta antimafia della Dda, denominata “Quarto Passo” che ipotizza l’esistenza di una vera e propria ‘ndrina nata all’ombra dei verdi colli dell’Umbria, ma con legami profondi con la cosca storica dei Farao-Marincola di Cirò. Sulla base di questo scenario il 10 dicembre 2014, i carabinieri del Ros coi reparti territoriali, arrestarono 46 persone, mentre altre 8 finirono ai domiciliari nel corso di un blitz che vide i carabinieri eseguire provvedimenti in 12 province italiane ed anche in Germania.
Per 12 di quegli arrestati, ieri si sono aperte le porte del carcere in seguito alla decisione del Tribunale del Riesame di Perugia che ha accolto un ricorso presentato dalle difese contro un provvedimento del gip. Il giudice delle indagini preliminari del capoluogo umbro, accogliendo una richiesta del sostituto procuratore della Dda di Perugia Antonella Duchini che coordina l’inchiesta, aveva concesso una proroga di tre mesi della custodia cautelare in carcere. Ma i legali dei 12 scarcerati ieri, hanno impugnato l’ordinanza del gip davanti al Riesame, sostenendo che erano scaduti i termini di carcerazione massima. Ed il Tribunale del Riesame presieduto da Giuseppe Narducci (a latere Verola e Semeraro), ha annullato l’ordinanza del gip che aveva prorogato fino al 31 marzo 2016, la custodia cautelare in carcere nei confronti di: Salvatore Facente (50 anni); Mario Campiso (35); Cataldino Campiso (34); Antonio Lombardo (37); Luigi Orlando (41); Cataldo De Dio (38); Natalino Paletta (49); Nicodemo Blefari (46); Rocco Vincenzo Cataldi (52); Francesco Manica (45), Francesco Manfredi (41) ed Ervis Lyte (32). Escluso Manica che è di Crotone e Lyte che è cittadino albanese, gli altri dieci scarcerati ieri sono tutti originari di Cirò o Cirò Marina. E tutti sono residenti o domiciliati a Perugia e provincia. Dove per la Dda avevano messo su una cosca calabro-umbra con base a Ponte San Giovanni. Un’organizzazione ‘ndranghetista vera e propria al cui vertice organizzativo gli investigatori umbri collocano Natalino Paletta e Salvatore Facente, ambedue trapiantati a Perugia e titolari di due locali: il ristorante “La Piscina” (Paletta) e il bar Apollo 4 (Facente). Associazione mafiosa, truffa, sfruttamento della prostituzione, usura, estorsione, traffico di droga: i reati ipotizzati dalla Procura antimafia. Uno scenario contestato dai difensori dei 12 scarcerati ieri che sono stati assistiti da un collegio composto dagli avvocati: Gianni Russano, Luigi Scaramuzzino, Daniela Paccoi, Cristina Zinci, Francesco Catanzaro, Giuseppe Ierisi, Gaetano Figoli, Mauro Cordasco, Massimiliano Riga, Laura Modena, Alessandro Ricci, Claudia Orsini, Marco Baldassarri, Donatella Panzarola, Michele Nannarone.

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