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Emergenza racket,
lunedì arriva il prefetto

Emergenza racket, lunedì arriva il prefetto

Nessuna sorpresa tra i Torcasio. Sapevano che quel giovane diciannovenne era stato ammazzato dalle cosche sambiasine tredici anni fa uscendo dalla paninoteca a Falerna. Probabilmente l’avevano intuito anche gli inquirenti, ma nessuna prova. Neanche una traccia. Gli assassini si sono dileguati.

La chiave anche per questo omicidio irrisolto è stata la collaborazione di un pentito. Si tratta del killer Giuseppe Pulice che ha confessato il delitto ed ha rivelato che i mandanti sono i fratelli Bruno e Alfredo Gagliardi. Ieri è stato sentito Alfredo, 38 anni, arrestato dagli agenti della Mobile di Catanzaro su mandato del Gip distrettuale Giuseppe Perri.

Sul racket che tenta di rialzare la testa dopo le pesanti botte subite dallo Stato, il prefetto Luisa Latella ha convocato per lunedì prossimo alle 11.30 un incontro sull’ordine e la sicurezza pubblica nella sala Napolitano. Ci saranno esponenti di tutte le associazioni imprenditoriali. Oltre al prefetto ci saranno sindaco, presidente della Provincia, vertici di tutte le forze di polizia ed i procuratori di Catanzaro e Lamezia.

Nel carcere di Vibo dove si trova rinchiuso ha scelto di non rispondere alle domande dei magistrati. Su consiglio dei suoi avvocati Pino Zofrea e Antonio Larussa, gli stessi che giovedì andranno a difendere Bruno dallo scorso maggio rinchiuso nel carcere Umbro. I fratelli infatti sono finiti nell’operazione “Andromeda”, una retata di 66 persone contro il clan Iannazzo della parte Ovest della città, e le famiglie satellite: Cannizzaro, Da Ponte, Gagliardi e Pulice.

Com’è avvenuto per il clan Giampà, il primo ad essere colpito con retate mirate della Dda di Catanzaro, anche tra le cosche sambiasine è spuntato fuori un pentito. Pulice ha cominciato a vuotare il sacco dopo solo quattro settimane dall’arresto.

Per una strada coincidenza si può fare un parallelo tra l’operazione “Medusa” contro i nicastresi, e “Andromeda” con dentro i sambiasini. Per primi a collaborare con la giustizia sono due personaggi che per molti versi si somigliano, almeno nei ruoli di ‘ndrangheta: Angelo Torcasio e Gennaro Pulice erano veri e propri collettori delle estorsioni delle cosche. Torcasio per Giampà, Pulice per Iannazzo. Gli stessi avevano partecipato a spedizioni di sangue, omicidi efferati, e senza sbavature. Tutte missioni cge non avrebbero trovato risposte senza le confessioni di chi c’è stato dentro.

Angelo Torcasio e Gennaro Pulice hanno in comune anche quello di essere diventati dell e vere e proprie prede da abbattere. Si apre anche questa volta una possibilità. Così come per “Medusa” e “Perseo”, i processi in cui sono stati condannati i Giampà, l’esempio di Pulice potrebbe essere seguito da altri affiliati degli Iannazzo. Non tanto per il desiderio di giustizia, c’è tanta penuria in quel mondo, ma per salvare la pelle. Non resta altro che aspettare. E la richiesta di giudizio immediato per i 66 imputati di “Andromeda” sembra dietro l’angolo.

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