Da Pallagorio fino in Siria per raccontare con un cortometraggio il sentimento dell’amicizia, mentre sullo sfondo si susseguono gli orrori della guerra e gli eroismi dei difensori della città martire di Kobane, assediata dai miliziani dell’Isis.
“Bijì Bijì Kobane”: è il titolo del cortometraggio, realizzato da Francesco Scarfò, un giovane di Pallagorio, piccolo centro arbereshe dell’Alto Crotonese. Il “corto” girato da Francesco, che è studente di Scienze Politiche all'Università di Parma, ha partecipato ed è arrivato secondo al Asff Film Festival del Maxxi, Museo nazionale delle Arti del XXI Secolo di Roma. Ed è anche finalista della rassegna Mobile Film Festival di Mobgraphia Cultura Visual in Brasile. Il documentario racconta il viaggio di un gruppo di ragazzi curdo-siriani che partono alla ricerca di un amico rimasto ferito nella feroce battaglia di Kobane. Francesco Scarfò, ha conosciuto questi ragazzi durante il suo viaggio tra il confine turco e la Siria settentrionale, nella cittadina di Sanliurfa, situata nei pressi della frontiera Turca, dove affluivano i feriti curdi di Kobane, nell’attuale Kurdistan siriano.
All’alba del 25 giugno 2015, a Kobane, i miliziani jihadisti (provenienti dal confine turco, secondo i giovani curdi che Francesco ha conosciuto; provenienti invece secondo i turchi dalla città siriana di Jarablus), fanno scoppiare 4 autobombe per tentare di sfondare le linee dei guerriglieri dell’Ypg. Che resistono e dopo feroci combattimenti ricacciano indietro i jihadisti dal centro della città. Ma i morti sono tantissimi. I feriti pure. Che vengono trasportati a Sanliurfa. E tra i feriti si aggirano i cinque ragazzi curdi che ha conosciuto Francesco i quali cercano i loro amici. «Ho voluto raccontare la realtà che spesso ci viene nascosta», sottolinea Francesco Scarfò. Ogni singolo frame del corto, ti induce alla riflessione: il sollievo dei ragazzi alla notizia che alcuni loro amici sono ancora vivi, la rabbia di quando, al contrario, contano i loro morti. Immagini forti, visi e parole. Dopo aver visto il video, ti chiedi quale sia stato il destino di Adem, Hacim, Suer, Afat e Ibram, i 5 ragazzi curdi che hanno condiviso le loro storie con Francesco.
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