Beni per un valore di oltre 25 milioni di euro sono stati sequestrati dal Nucleo di polizia tributaria - Gico della guardia di finanza di Catanzaro, in esecuzione di un provvedimento emesso dal tribunale su richiesta della Dda catanzarese. Destinatario del provvedimento di sequestro è Antonio Saraco di Badolato, imputato per estorsione aggravata dal metodo mafioso, già arrestato nell'estate del 2013 nell'ambito dell'operazione denominata "Free boat - Itaca" che ha visto coinvolte venticinque persone, ritenute affiliate o fiancheggiatrici della cosca Gallace-Gallelli-Saraco di Guardavalle e Badolato. Nell'ambito dell'inchiesta erano emersi due episodi di estorsione compiuti da Saraco nei confronti di due imprenditori modenesi che gestiscono il porto di Badolato. Le indagini patrimoniali, coordinate dal procuratore distrettuale di Catanzaro, Nicola Gratteri, dall'aggiunto, Vincenzo Luberto, e dal sostituto, Vincenzo Capomolla, hanno consentito agli investigatori della Guardia di finanza di ricostruire l'ingente patrimonio riconducibile a Saraco, anche per il tramite di prestanome, la cui acquisizione è risultata sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati o all'attività economica svolta dallo stesso e dai suoi familiari. Tra i beni sequestrati ci sono un villaggio turistico a Badolato, una villa a Roma, diversi immobili, un campo sportivo e quote societarie.
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