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Sportelli ticket, una giornata di file e proteste

Sportelli ticket, una giornata di file e proteste

Ancora disservizi e caos agli sportelli del ticket ubicati nel centro unico prenotazioni nei pressi dell’ospedale Jazzolino. E ancora una volta a gettare nello sconforto gli utenti in coda per effettuare le prenotazioni sanitarie è la lunga attesa.

Circa 230 i numeri staccati ieri mattina alla macchinetta elimina code del Cup. Alle 10.30 gli operatori erano già al secondo tour, avendo completato i ticket da uno a cento.

«Sono stato qui per ore», ci spiega un utente con il sangue agli occhi e la rabbia di una mattinata di attesa snervante. La causa di questa situazione è la chiusura di uno dei tre sportelli normalmente attivi e il surplus di lavoro concentrato solo su due dipendenti. Ma «ogni giorno – osservano in molti – c’è un problema. Dalla linea che va e viene, ai computer in panne». E intanto, il numero delle persone in coda aumenta vertiginosamente. La sala d’attesa è stracolma di gente. Molti utenti sono costretti a rimanere fuori, nonostante il freddo. E la tensione sale: «Con tutto il personale che sta in giro a non far niente – sbottano i cittadini in fila – potrebbero anche aprire il terzo sportello».

L’Azienda sanitaria, per sopperire a questo disagio aveva in programma di avviare turni straordinari di apertura pomeridiana volti pure a smaltire l’utenza pregressa, ma ad oggi a quanto pare tutto resta inalterato, anzi si riducono addirittura le postazioni.

«È un disservizio enorme», osserva una donna proveniente da Curinga. Ma è «l’inaccettabile peso di mattinate perse ad attendere il proprio turno – rileva un utente – per poi sentirsi dire che la visita per cui si chiede la prenotazione, se tutto va bene, potrà essere effettuata tra tre o quattro mesi, a raddoppiare i disagi». In effetti, per una visita ortopedica «in qualsiasi presidio anche a Serra, il tempo di attesa è fino a giugno 2017», evidenzia un utente appena uscito dal centro prenotazioni, verde dalla rabbia.

Per non parlare di chi invece aspetta parecchi mesi prima di poter fare una visita specialistica e poi il giorno stesso, per l’esattezza 15 minuti prima, viene avvisato che il medico ha preso un giorno di ferie. Sono storie di ordinario disagio, storie fatte di attese, nervosismo e pazienza che ogni giorno gli utenti sono costretti ad affrontare anche solo per timbrare un’impegnativa. Giornate di lavoro perse, consumi e spese di spostamento, ticket da pagare... Ma nessuno sembra parlarne con la giusta attenzione.

A queste criticità bisogna aggiungere il dramma di centinaia di residenti, soprattutto giovani e anziani, che rinunciano a curarsi perchè non hanno le risorse economiche per farlo non potendo rimanere legati ai tempi dettati dall’azienda sanitaria.

«Otto mesi per una tac con contrasto – rileva un’anziana –, ma io sono molto malata e non posso aspettare, nè posso andare a pagamento. Come vuole Dio»!

Ormai da anni si sta assistendo a scelte che vedono una riduzione della qualità e quantità dei servizi sanitari offerti, a favore della necessità di tenere in equilibrio i conti economici imposti dai tagli del governo nazionale e dell’Europa. «Ed a pagarne le conseguenze – protestano i cittadini – siamo naturalmente noi utenti di regioni allo sbando come la Calabria».

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