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Ciancio racconta al Gip le angherie subite

Ciancio racconta al Gip le angherie subite

Ha risposto alle domande del gip Lorenzo Baracco (che si è riservato di decidere) e a quelle del pm Claudia Colucci, ripercorrendo i suoi rapporti con la vittima e con il fratello. E dal racconto di Alessandro Ciancio, 23 anni, muratore di Piani di Acquaro sarebbe emerso un pesante spaccato, fatto di continui insulti, percosse e minacce. Non soltanto nei suoi confronti ma anche dei suoi familiari.

Alessandro Ciancio, reo confesso dell’omicidio di Rosario Mazza, di 22 anni e del tentato omicidio del fratello 17enne della vittima, nel corso della convalida del fermo – alla presenza dell’avv. Bruno Ganino e dell’avv. Giovanni Vecchio – avrebbe cercato di spiegare al giudice i motivi del grave gesto, maturato in anni di angherie subite in silenzio. Di pugni e di minacce incassate, di danni ai mezzi agricoli di proprietà della famiglia, di angherie nei confronti del fratello più piccolo il quale sarebbe stato anche costretto a saltare la scuola per non venire deriso e per non essere preso a sputi. Una sorta di incubo nel quale – secondo quanto evidenziato al gip dal muratore – era finito anche il padre, il quale sarebbe stato schiaffeggiato da Rosario Mazza tanto da dover ricorrere alle cure dei sanitari dell’ospedale.

Giovedì sera l’ennesimo scontro, a seguito di un’aggressione nei pressi nel bar Italia del piccolo centro delle Preserre vibonesi. Una goccia che avrebbe fatto traboccare un vaso da tempo colmo e neanche il timore di vicinanze a esponenti della criminalità organizzata – di cui la vittima si sarebbe vantata anche se la notizia non è stata confermata dagli inquirenti – ha frenato Alessandro Ciancio. Quest’ultimo, infatti, si è recato a casa per prendere la pistola (una calibro 6,35 che non è stata ritrovata nonostante il giovane avesse indicato il luogo dove l’avrebbe messa dopo aver sparato contro i fratelli Mazza) ed è ritornando sui suoi passi incrociando i due fratelli in auto in via Stramandinoli.

Alla sua vista Rosario Mazza e il fratello 17enne avrebbero cercato di fuggire, uscendo dalla loro autovettura ritrovata dai carabinieri a circa un centinaio di metri di distanza dal corpo senza vita del 22enne, ancora con i fari e con il motore acceso. E durante la breve corsa un solo proiettile (dei sei complessivamente sparati da Ciancio) ha centrato alle spalle Rosario Mazza uccidendolo sul colpo. Il fratello più piccolo della vittima invece veniva raggiunto dal piombo in diverse parti del corpo (addome e basso ventre). Il ragazzo (che la notte stessa della sparatoria è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico) è ricoverato allo Jazzolino. Le sue condizioni restano gravi, ma non sarebbe in pericolo di vita.

Intanto ieri pomeriggio sempre all’ospedale di Vibo Valentia il medico legale Katiuscia Bisogni ha effettuato l’autopsia sul corpo di Rosario Mazza, il quale lavorava come cuoco in un ristorante di Laureana di Borrello. I funerali del giovane saranno officiati oggi pomeriggio (ore 15) nella chiesa matrice di Acquaro.

A venerdì mattina, invece, risale la decisione di Alessandro Ciancio di costituirsi ai carabinieri. Una decisione comunicata all’avv. Ganino il quale ha contattato i militari della Compagnia di Serra San Bruno i quali sono andati a casa di Ciancio per prelevarlo e portarlo in caserma. Dalla sera del delitto e del tentato omicidio del 17enne, Alessandro Ciancio veniva, comunque, ricercato. Davanti al cap. Mattia Ivano Losciale (comandante della Compagnia) il giovane ha, quindi, ammesso le sue responsabilità. In attesa chre il gip decida sulla convalida e la misura cautelare il 23enne rimane in carcere a Vibo.

Un delitto – quello di Rosario Mazza – e un tentato omicidio – quello del fratello Simone – che hanno scosso profondamente la piccola comunità di Piani per il coinvolgimento di giovani del luogo e delle loro famiglie. Se il diciassettenne, infatti, potrà lasciarsi (come ci si augura) tutto alle spalle, lo stesso non può dirsi per il fratello Rosario la cui vita è stata spezzata giovedì sera (intorno alle 20) in via Stramandinoli di Acquaro e neppure per Alessandro Ciancio, reo confesso, il futuro del quale si profila dietro alle sbarre.

Ieri pomeriggio nell’obitorio dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia l’autopsia sul corpo del 22enne è andata avanti per diverse ore. Anche se i carabinieri già nell’immediatezza del grave fatto di sangue avevano più o meno chiara la dinamica – ipotesi investigativa poi confermata dal giovane che si è assunto la responsabilità – l’esame effettuato dalla dottoressa Katiuscia Bisogni potrà fornire ulteriori elementi utili alle indagini se non altro per confermare le cause della morte e per escludere o meno la partecipazione di altre persone.

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