È morto venerdì, ma solo dopo il funerale spunta fuori che ha avuto la meningite diversi giorni prima del decesso. E dopo il grande dolore per la perdita di un cinquantenne, noto imprenditore della ristorazione nel Lametino, c’è l’allarme per familiari, amici e tutte le persone che gli sono state vicine durante la sua degenza ospedaliera. Tutti sottoposti a profilassi per evitare il contagio. Il paziente dal nosocomio di Lamezia era stato trasferito a quello di Vibo dov’è deceduto.
«Nessun allarme», assicura Giuseppe Perri che dirige l’Asp di Catanzaro ed è specialista di igiene nell’ospedale di Lamezia Terme, «perchè dopo quindici giorni di opportuna terapia antibiotica il paziente era fuori pericolo». Sembra che l’imprenditore ammalato. dopo qualche giorno in terapia intensiva nell’ospedale lametino, non sia stato tenuto in isolamento. Anche perchè nel nosocomio il reparto malattie infettive è stato cancellato pochi mesi fa, come tanti altri negli ultimi cinque anni.
Per il direttore dell’Asp «il numero di casi d’infezione da meningococco registrati nella provincia di Catanzaro, ed in generale in tutta la Calabria, rientra assolutamente nella media annuale nazionale». Assicurando che «é stata attivata la profilassi antibiotica per tutte le persone venute a contatto con il paziente, compresi i medici». Aggiungendo che «per venire incontro alle richieste dei cittadini, il centro vaccini dell’Asp catanzarese effettua ormai da diversi giorni due sedute straordinarie di pomeriggio, il martedì e il giovedì».
Inevitabile la polemica. «Lamezia piange una prima vittima della scellerata riorganizzazione ospedaliera voluta da Scura ed eseguita dal direttore generale Perri», scrive il comitato “Salviamo la sanità nel Lametino, «non sappiamo se il caso di meningite che ha colpito un nostro molto ben voluto concittadino avrebbe avuto comunque esito letale, ma una cosa è sicura: la chiusura dei reparti di malattie infettive e microbiologia ha fatto sì che la diagnosi di meningite sia intervenuta con un ritardo di circa due settimane».
Per Paola Turtoro di Azione Identitaria «si è trattato di un’altra vittima di un sistema di risanamento della sanità che continua a palesare la sua inadeguatezza e subumanità. Il disastroso commissariamento sanitario, che ha voluto tra i tanti anche il depotenziamento di una struttura ospedaliera come quella di Lamezia chiudendo di recente il reparto di malattie infettive si dimostra deleterio per la comunità».
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