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I voti delle cosche in cambio di soldi e lavoro

I voti delle cosche in cambio di soldi e lavoro

Vibo Valentia

Non solo una maxi-tangente da 230mila euro e assunzioni clientelari ma pure le pressioni della ’ndrangheta per assicurare a Nazzareno Salerno i voti necessari per un posto in consiglio regionale. E in tal senso l’inchiesta denominata “Robin-Hood” apre nuovi scenari sul rapporto tra mafia e politica. Piuttosto significative, in tal senso, le dichiarazioni rese ai magistrati della Procura distrettuale antimafia da alcuni collaboratori di giustizia e soprattutto da Andrea Mantella, il boss emergente cresciuto a pane, pallottole e coltellate nel ventre della cosca Lo Bianco di Vibo Valentia e da poco meno di un anno tra i collaboratori più preziosi della Distrettuale antimafia di Catanzaro.

«Sì, Paolino Lo Bianco è un vecchio usuraio – racconta Mantella – lavorava in ospedale, perché lo raccomandò Nazzareno Salerno... Insieme abbiamo fatto campagna elettorale per lui tramite Damiano Vallelunga», boss di Serra San Bruno assassinato qualche anno fa. Mantella a specifica domanda degli inquirenti afferma di non avere mai conosciuto Salerno ma di sapere che i Vallelunga di Serra San Bruno alle elezioni regionali del 2010 contattarono i Lo Bianco per chiedere loro di fare campagna elettorale per Salerno... «in cambio gli avrebbe dato dei soldi mentre l’appalto della mensa dell’ospedale sarebbe andato – secondo quanto riferito da Mantella – ai Fiarè di San Gregorio d’Ippona».

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