Crotone
Stavolta la “stangata” all’Istituto di previdenza sociale, che ha sborsato almeno 150mila euro in prestazioni di “welfare” alle quali i “furbetti” non avevano diritto, non è opera di braccianti agricoli fasulli come di solito avviene a queste latitudini, ma di sedicenti dipendenti di un’impresa di pulizie che di vero aveva solo la sigla accanto all’acronimo Srl.
Un 40enne di Cutro che è il principale indagato, aveva infatti creato (solamente) sulla carta un’impresa con la veste giuridica di società a responsabilità limitata, al solo scopo di giustificare l’assunzione poi risultata fittizia di manodopera e consentire così a 42 finti prestatori d’opera, l’indebita percezione delle indennità di malattia, maternità e disoccupazione e la costituzione fittizia di contributi necessari al fine di maturare i requisiti per la pensione di anzianità.
A scoprire il “raggiro” sono stati i militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Crotone. Gli “specialisti” delle Fiamme gialle agli ordini del colonnello Giuseppe Laterza hanno ricostruito l’inghippo organizzato con l’impresa fasulla e denunciato alla Procura della Repubblica di Crotone, 43 persone (l’amministratore della società e 42 falsi dipendenti), per i reati di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di indebite erogazioni previdenziali ed assistenziali e per falsità ideologica commessa da privati in atti pubblici.
Sul registro degli indagati oltre al 40enne imprenditore di Cutro sono finiti donne e uomini, residenti tra Cutro, Isola Capo Rizzuto e Crotone, ma anche in alcuni comuni del Catanzarese. E non mancano tra i dipendenti “fasulli” dell’impresa altrettanto fittizia, anche cittadini stranieri di nazionalità romena o albanese.
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