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Lacrime e palloncini per l'addio a Leandro

Non era un selfie col treno ma rimangono dubbi

Centinaia di persone, tanto dolore e palloncini bianchi e blu per l’ultimo saluto a Leandro Celia, il tredicenne morto lo scorso 8 marzo dopo essere stato travolto da un treno in provincia di Catanzaro.
Accantonate per un giorno le versioni differenti sull'incidente, selfie per gioco davanti al convoglio o semplice passeggiata, la comunità di Petrizzi, centro in cui vive la famiglia del ragazzino, si è stretta in un unico dolore.
Alla funzione religiosa, celebrata da monsignor Gregorio Montillo, vicario dell’arcivescovo di Catanzaro monsignor Vincenzo Bertolone, erano presenti gli amici e compagni di classe di Leandro, ma anche amministratori locali e tanta gente dei paesi vicini.
Momenti di grande commozione quanto i compagni del tredicenne, che avevano in mano anche gigantografie del loro amico, gli hanno dedicato frasi di affetto e quando nella chiesa è stato letto un tema della giovane vittima. Davanti alle lacrime, monsignore Montillo ha sottolineato che "fa malissimo vedere tanti ragazzi piangere", ed ha evidenziato il valore della vita. Il saluto davanti alla chiesa è stato rivolto a Leandro facendo volare in cielo tanti palloncini bianchi e azzurri a forma di cuore. Un gesto d’affetto per una morte assurda, qualunque sia la ricostruzione dei fatti.

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