La bravata di transitare lungo la strada ferrata costata cara per la morte del giovane Leandro Celia, il tredicenne originario di Petrizzi, rischia ora di poter avere anche pesanti ripercussioni sul piano economico per la famiglia del giovane ed i sopravvissuti.
Tra le questioni accertate in queste ore dalla Polfer di Catanzaro, che continua le sue indagini, vi sono anche le responsabilità per l’interruzione di pubblico servizio su cui Trenitalia sta valutando in queste ore un’eventuale iniziativa.
L’incidente, avvenuto sulla linea Jonica tra Soverato e Reggio Calabria, ha spezzato in due il traffico dei convogli in transito sulla tratta soveratese, fermi per oltre tre ore nelle stazioni per l’impossibilità di procedere lungo il percorso a binario unico, in cui i rilievi di Polfer e Carabinieri si sono protratti per oltre quattro ore.
Disagi non solo per i passeggeri del treno Taranto-Reggio Calabria, condotti a destinazione mediante autobus sostitutivi e taxi, ma anche per quelli di tutti gli altri convogli diretti o provenienti dalla Calabria meridionale e dalla Sicilia, il cui transito lungo la linea soveratese era previsto tra le 18 e le 23.
Sono già decine le richieste di risarcimento danni presentate a Trenitalia, che potrebbe valutare di rivalersi sulle famiglie dei tre minorenni il danno economico subito, a cui si aggiunge quello derivante dal sequestro del convoglio che ancora non è rientrato nella disponibilità della società titolare del servizio.
Convoglio che non potrà rientrare in circolazione se non dopo la completa rimozione del materiale organico rimasto sul treno dopo il terribile impatto. Dai dati emersi dalla scatola nera si confermerebbero invece i parametri di sicurezza rispettati dal macchinista, che avrebbe condotto il convoglio nei limiti della velocità stabilita arrestando immediatamente la sua corsa nel momento in cui si è accorto dell’impatto. (sa.am.)
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