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Anziana morta dopo caduta da barella: tre indagati

Anziana morta dopo caduta da barella: tre indagati

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i tre indagati ai quali, nei giorni scorsi, è stato notificato un avviso di conclusione indagini con contestuale invito a rendere un interrogatorio davanti al personale di Pg. In questo caso i carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno.

Concorso in omicidio colposo il reato che viene ipotizzato, dal sostituto procuratore Michele Sirgiovanni, nei confronti di tre operatori del Suem 118 della postazione di Serra, in relazione al trasporto della signora Caterina Umbrello, 89 anni di Simbario, all’ospedale Jazzolino (12 novembre di tre anni fa) e al successivo decesso avvenuto a Catanzaro il 27 novembre dello stesso anno.

In particolare per la Procura i tre operatori sanitari (un medico, un infermiere e un autista) tutti di Serra San Bruno, non avrebbero impedito la caduta della paziente dalla barella, la quale riportò un trauma cranio-encefalico all’interno dell’ambulanza, concorrendo in tal modo a cagionarne la morte che – rileva il pm – le precisate cautele durante il trasporto avrebbero potuto evitare.

Nello specifico – secondo l’ipotesi della Procura – la dottoressa Maria Domenica Schiavello, di 56 anni (avv. Michele Ciconte) in qualità di medico soccorritore del servizio 118 «pur essendo a conoscenza delle numerose patologie da cui era affetta la paziente (diabete, difficoltà respiratorie, pregresso ictus, demenza senile, piastrinopenia secondaria a terapia antiaggregante, soggetto disorientato nel tempo e nello spazio ed obesa)» avrebbe omesso di procedere «al fissaggio della barella – mediante contenzione degli arti inferiori, a livello del bacino e del capo – e di impartire direttive specifiche all’infermiere sulla necessità di adottare il bloccaggio della barella anche manualmente».

E sempre in base a quanto evidenziato nell’avviso di conclusione indagini Michele Aloi, di 51 anni (avv. Silvio Sorrentino) in qualità di infermiere del servizio 118 avrebbe omesso «di procedere al fissaggio alla barella», mentre Giuseppe Santoro, di 65 anni (avv. Santo Cortese) in qualità di autista dell’ambulanza del 118 avrebbe mantenuto una condotta di guida e una velocità «non adeguata alle condizioni di trasporto della paziente e allo stato dei luoghi, in prossimità di una rotonda e di un’area abitata (velocità comunque superiore ai 50 km) ed operava una brusca frenata per evitare lo scontro con altro veicolo che avrebbe invaso la corsia di pertinenza dell’ambulanza». Condotte attraverso le quali i tre operatori sanitari, per il pm, avrebbero concorso a cagionare la morte dell’anziana. Quest’ultima, infatti, proprio a causa delle lesioni riportate durante la caduta fu trasferita al Pugliese di Catanzaro dove morì 15 giorni dopo.

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