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Leonardo Cannistrà scopre le "Forme dell'effimero"

Leonardo Cannistrà scopre le "Forme dell'effimero"

Dopo aver vinto lo scorso anno il Premio internazionale di Scultura "Edgardo Mannucci",  Leonardo Cannistrà, artista di Fossato Serralta (Catanzaro) proporrà una mostra personale che sarà inaugurata il 27 maggio nel Palazzo dei Priori di Arcevia (Ancona), e durerà fino al 3 luglio, dal titolo "Forme dell'effimero" (a cura di Stefano Papetti).

Leonardo Cannistrà è pittore e scultore specializzatosi presso l‟Accademia di Belle Arti di Catanzaro, presso cui è in procinto di terminare gli studi di Scultura e presso cui ha già conseguito le lauree di I e II livello in Pittura (entrambe con lode). Artista pluripremiato a livello nazionale ed internazionale, Leonardo investiga temi di carattere sociale, focalizzandosi sulla rappresentazione della precarietà del mondo contemporaneo e la perdita d‟identità. Per mezzo di tecniche miste, mélange di materiali e approcci transdisciplinari, l‟artista propone opere che spaziano dal figurativo all'installativo, dalla caricatura alla pittura digitale. Leonardo ha vinto prestigiose nomine, partecipazioni e premi in Italia e all'estero, fra cui si annovera la XIII edizione del „Premio Internazionale di Scultura Edgardo Mannucci‟ (2016); il "Premio Essere Politico‟, Fondazione Fotografia Modena (2016); il diploma d‟onore con menzione d‟encomio sezione “Pittura” al „Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti‟ (2016), nonché residenze in Italia, Spagna e Francia.

Ecco il testo di Giosuè Prezioso che presenta la mostra.

In una citazione, Marco Aurelio ci ricorda che “ogni cosa [dura un giorno]” è letteralmente “effimera”. La parola “effimero”, infatti, di origine greca, significa letteralmente “che dura un giorno solo”, una visione irreversibile, entropica, apocalittica quasi, che coinvolge tutto, “ogni cosa” come asserisce Marco Aurelio, e fra queste, senza eccezione, c‟è l‟uomo. Forme dell’Effimer osi ispira a questa citazione per affrontare temi per l‟appunto entropicied irreversibili, quali la morte, la precarietà del mondo contemporaneo e la transizione, tutti esplorati mediante tecniche diverse e tangenti, quali la pittura, la scultura e il disegno digitale. Con alle spalle una personale (Two Italian Visions on Loire) dedicata allo stesso tema, l‟artista Calabrese propone delle opere ancora più mature e complesse, attingendo a figure che pare evaporino dal bestiario medievale o dalle simboliche pitture Vanitas, utilizzando materie e materiali misti, quali pitture, bitumi, cere ed ossa. Forme dell’Effimero è concepita come una piccola cattedrale in cui celebrare la morte e l‟entropia della vita, proponendo soggetti ed oggetti che riflettono sulla natura stessa dell‟uomo: le ossa, la carne, la decomposizione, l‟odore quasi reale che si libera da queste opere transitorie, “effimere” appunto. Un‟esplorazione dai titoli eloquenti: Memento Mori, Vanitas, Natura Fragile, ecc... parole e immagini che dialogano con la parte meno materica dell‟uomo, quella meno irrobustita dalla contemporaneità e la sua utopica promessa dell‟immortalità: perché“ogni cosa”, alla fine, dura comunque “un giorno solo.” 

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