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'Ndrangheta: smantellata la cosca Arena, 68 fermi

'Ndrangheta: smantellata la cosca Arena, 68 fermi

Blitz di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza che hanno smantellato la cosca Arena di Isola Capo Rizzuto con il fermo di 68 persone disposto dalla Dda di Catanzaro. Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose. Nel corso dell'operazione anche un sequestro beni milionario.

All'operazione, chiamata 'Jonny', hanno partecipato oltre 500 tra agenti della Polizia di Stato appartenenti alle squadre mobili delle questure di Catanzaro e Crotone, Carabinieri del Ros e del Reparto operativo - nucleo investigativo di Catanzaro e finanzieri del Nucleo di polizia tributaria e della Compagnia di Crotone con il concorso dei rispetti uffici e Comandi centrali. I provvedimenti, disposti dalla Direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore capo Nicola Gratteri, sono giunti a conclusione di indagini coordinate dal procuratore aggiunto Vincenzo Luberto che, secondo gli investigatori, hanno permesso di smantellare la storica e potentissima cosca che fa capo alla famiglia Arena, al centro di articolati traffici illeciti nelle provincie di Catanzaro e Crotone. I dettagli dell'operazione saranno resi noti alle 11, nel corso di una conferenza stampa in Procura a Catanzaro, con la partecipazione di Gratteri, Luberto e degli investigatori.

Nel corso delle inda­gini è emerso che la cosca ARENA, da dec­enni al centro delle vicende criminali nel crotonese, aveva imposto la propria assillante presenza anche sull’area ionica della provincia di Catanzaro ove, dire­ttamente attraverso i propri affiliati, a mezzo di propri fi­duciari nominati res­ponsabili della cond­uzione delle attività delittuose o attra­verso la messa “sotto tutela” di cosche alleate, aveva monop­olizzato il business delle estorsioni ai danni di esercizi commerciali ed impre­se anche impegnate nella realizzazione di opere pubbliche. Tra il 2015 ed il 2016 infatti, in partic­olare a Catanzaro, una cellula della cos­ca, dipendente dalla cosca madre di Isola Capo Rizzuto ma ra­dicata nel capoluogo, aveva perpetrato una serie impressiona­nte di danneggiamenti a fini estorsivi per fissare con decis­ione la propria infl­uenza sull’area ment­re cosche satelliti della famiglia ARENA avevano fatto altre­ttanto nell’area, di rilevante interesse imprenditoriale e turistico, immediatam­ente a sud di Catanz­aro ricadente nei co­muni di Borgia e Val­lefiorita.

Le indagini hanno ev­idenziato l’infiltra­zione della cosca AR­ENA nel tessuto econ­omico crotonese e, in particolare, il co­ntrollo mafioso, da più di un decennio, di tutte le attività imprenditoriali con­nesse al funzionamen­to dei servizi di ac­coglienza del C.A.R.­A. “SANT’ANNA” di Is­ola Capo Rizzuto. La cosca, per il tram­ite di SACCO Leonardo - Governatore della “Fraternita di Miseri­cordia” - si è aggiudicata gli appalti indetti dalla Prefettura di Crotone per le forn­iture dei servizi di ristorazione presso il centro di accogl­ienza di Isola di Ca­po Rizzuto e di Lamp­edusa, affidati a fa­vore di imprese appo­sitamente costituite dagli ARENA e da al­tre famiglie di ‘ndrangheta per spartirsi i fon­di destinati all’acc­oglienza dei migrant­i.

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